IL
"TWO PACK"
OVVERO
LA DEFINITIVA RESA ALL'EUROCASTA
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L'ULTIMO
NATO DEI "PACCHI" EUROPEI
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Da
tempo voci autorevoli fuori del coro mediatico denunciavano
la pericolosità di un'organizzazione come
l'Unione Europea, sottolineando che in breve
essa avrebbe perso le sue caratteristiche di vigilante sovranazionale
e sarebbe arrivata a ricoprire ruoli
cruciali per le decisioni finanziarie dei diversi governi.
Oggi questa lunga e travagliata storia giunge alle sue
battute finali, assegnando direttamente all'Ue la facoltà di
imporre modifiche alle finanziarie dei singoli Paesi.
Le
autonomie nazionali vengono di fatto tolte di mezzo
in favore del governo centrale di Bruxelles che da decenni
compie questa silenziosa rivoluzione. I media – strategicamente
– garantiscono piena visibilità ed importanza
al solo scenario nazionale, lasciando sullo sfondo decisioni
di stampo europeo o comunque sovranazionale. Eppure
sono proprio queste decisoni che possono azzerare l'intera
sovranità delle singole nazioni in favore
del governo centrale Ue. Il cosidetto Two Pack, nuovo
pacchetto di norme finanziarie introdotte il 30 maggio
2013, porta a compimento il piano.
Si
tratta di due ulteriori regolamenti (da
cui il nome “Two Pack”) che mirano a completare
e rafforzare il Six Pack,
rendendo più efficaci sia la procedura del semestre
europeo sia la parte preventiva e correttiva del Patto
di stabilità e crescita; e precisamente:
- un
regolamento sul rafforzamento della sorveglianza
economica e di bilancio degli Stati membri minacciati
da serie difficoltà per la propria
stabilità finanziaria nell’eurozona;
- un
regolamento recante disposizioni comuni per
il monitoraggio e la valutazione dei progetti
di bilancio e per assicurare la correzione
dei disavanzi eccessivi degli Stati membri
nell’eurozona.
Come
sempre, questa rassicurante serie di buone intenzioni
nei confronti dei "Paesi in difficoltà"
nasconde una realtà ben più sinistra,
foriera di conseguenze disastrose per i cittadini dei
Paesi periferici dell'Eurozona (i cosiddetti PIIGS,
di cui fa parte anche l'Italia). A questo proposito non
sarà fuori luogo ricordare che i PIIGS non
sono tali da sempre né per loro colpa, ma lo
sono diventati proprio a causa dell'ingresso nell'Eurozona,
come ben chiarito, fra gli altri, da Alberto Bagnai
nel suo splendido "Romanzo di centro e di
periferia". [1]
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COME
FUNZIONA
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Entro
il 15 ottobre di ogni anno, i 17 Paesi dell’eurozona
dovranno sottoporre a Bruxelles i propri bilanci per
l’anno successivo (in Italia la legge Finanziaria).
La Commissione europea, entro il 30 novembre, si
pronuncerà caso per caso esaminando i conti previsti
e potrà chiedere ai governi nazionali cambiamenti
sostanziali, nonché emettere sanzioni per
chi non volesse adeguarsi. Si tratta del completamento
naturale del lungo processo di integrazione economica
iniziato con il Semestre europeo e proseguito attraverso
il Patto di stabilità (Fiscal
compact) e il precedente Six
Pack.
Naturalmente
questo comporta la perdita della sovranità
economica per i 17 Paesi dell’area euro, che in
materia economica non potranno più decidere da
soli. A questo si aggiunge un deficit democratico,
poiché l'accordo attribuisce ad un organismo
tecnico non elettivo come la Commissione europea
un potere economico inimmaginabile.
Il
Parlamento europeo ha cercato di metterci una pezza
tentando, nei limiti del possibile, di aumentare la
trasparenza di questo controllo e di mitigare
l’intervento della Commissione su determinati capitoli
di spesa nazionale utili a stimolare la crescita e l’occupazione
o gli investimenti in ambiti delicati come l’istruzione
e la sanità, in particolare nei Paesi già
in gravi difficoltà finanziarie. Il Parlamento
ha chiesto più controllo anche sull’azione della
Troika, ma non viene specificato con quali mezzi
esso possa essere attuato.
Infine
socialisti, verdi e liberali hanno insistito affinché
si prendessero in considerazione anche misure
mirate alla ripresa e alla crescita, ma il rimedio
ottenuto è peggiore del male, dato che si
è tradotto nell’istituzione del micidiale Fondo
Europeo di Redenzione o ERF (un "aiuto"
a prezzo di lacrime e sangue per gli Stati con
debito pubblico oltre il 60% del Pil, come l'Italia),
che va ad aggiungersi all'"aiuto" del MES
creando una spirale di strozzinaggio senza via d'uscita;
corollari della costituzione di questo Fondo sono l'emissione
dei cosiddetti Eurobills (sostituzione parziale
delle emissioni nazionali di debito attraverso l’emissione
comune sotto forma di un fondo di riscatto ed eurotitoli)
e la creazione di un ‘gruppo di saggi’ che emetterà
un parere sulla fattibilità di un sistema di
Eurobond (emissione di debito comune nell’area
euro).
L'accordo
dovrebbe entrare direttamente in vigore
nel 2014, dal momento che non c’è bisogno
di recepimento da parte delle normative nazionali (contrariamente
alle Direttive Ue).
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LA
MORALE DELLA FAVOLA
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Chi
ha coniato il nome "Two Pack" doveva
essere animato da ironia perversa, dal momento
che si tratta proprio, letteralmente, di un "doppio
pacco", della serie "oltre al danno anche
la beffa". Gli Stati europei, costretti
a finanziare gli introiti del Fondo Monetario Internazionale,
a subire le direttive criminali del Meccanismo
Europeo di Stabilità (MES o
ESM) e a far soffrire e morire i propri
cittadini, si ritrovano ora di punto in bianco commissariati,
alla mercè delle decisioni di chissà
quale genio dell'economia internazionale nominato da
Bruxelles.
Noi
italiani siamo ovviamente nel mirino: l'Italia infatti,
nonostante gli enormi sforzi compiuti dalla popolazione
negli ultimi anni e nonostante i premier-lacchè che
continuano ad avvicendarsi a palazzo Chigi, fatica a
pagare le ingenti somme dovute al Fmi e agli altri Stati
mediante il sistema-truffa del debito pubblico ed ha
pertanto bisogno di un agente riscossione crediti alle
calcagna.
Tutto
questo ha anche lo scopo non secondario di assolvere
la nostra classe politica demandando ad un imponderabile
"organismo sovranazionale" la responsabilità
di scelte economiche omicide e suicide che sottraggono
agli Stati la possibilità di provvedere al bene
dei loro cittadini ed impediscono di porre in atto
qualsiasi politica economica in favore del welfare e
della piena occupazione, allontanando
sempre di più i decisori dai cittadini stessi e
rendendo impossibile l'esercizio di qualunque sia pur
larvale parvenza di democrazia.
Il
finale è scontato: di fronte a qualunque rimostranza,
il governante di turno si stringerà nelle
spalle e ripeterà la solita litania: "Ce
lo chiede l'Europa!"
[1]
http://goofynomics.blogspot.it/2012/11/il-romanzo-di-centro-e-di-periferia.html
Fonti: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/12/regolamento-europeo-stabilita-economica-realta-via-libera-bruxelles/528233/ http://www.quieuropa.it/two-pack-ora-lue-potra-imporre-anche-modifiche-alle-leggi-finanziarie/
http://www.camera.it/leg17/465?area=33&tema=747&Le+modifiche+al+Patto+di+stabilit%C3%A0+(six+pack+e+two+pack) |
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