Dal punto di vista tecnico il "six pack" è un pacchetto di provvedimenti composto da una direttiva e cinque regolamenti.
Ecco i punti qualificanti dei sei provvedimenti:
1) Rapporto Wortmann-Kool (Ola, Ppe):
rafforza la prevenzione sugli squilibri di bilancio: la Commissione può lanciare allarmi nel caso in cui uno stato membro non adotti politiche prudenti. Istituzionalizza il cosiddetto "semestre europeo", cioè l'omologazione delle politiche economiche dei governi su obiettivi che saranno stabiliti in comune accordo. L'accordo raggiunto prevede che, quando la Commissione rileva un motivo di allarme, lanci uno 'warning',
che viene adottato immediatamente se il Consiglio lo approva a maggioranza qualificata (12 su 17). Se non lo approva, o se anche lo 'ignora', ed il comportamento persiste, dopo un 'cooling period' di un mese la Commissione ripropone un 'final warning' che avvia automaticamente la procedura di sanzione contro uno dei 17 Paesi dell'Eurozona. Il Consiglio può bloccare la procedura solo a maggioranza semplice contraria (9 su 17). Lo stato coinvolto non ha diritto di voto
(ma questa è un'inezia, dato che sarà ben difficile avere una maggioranza contraria). Di fatto si dà alla Commissione Europea un potere enorme e si svuota definitivamente la sovranità economica degli Stati periferici, che saranno costretti a pesantissime misure "lacrime e sangue".
2) Rapporto Vicky Ford (Gbr, conservatori):
riguarda la direttiva che introduce più trasparenza e indipendenza per gli istituti nazionali di statistica. Non ci saranno ancora identici criteri di bilancio tra i 28
Paesi membri dell'Unione Europea, ma vengono definiti canoni comuni e standard qualitativi che permettono una omogeneità di dati.
3) Rapporto Elisa Ferreira (Por, S&D):
regola la prevenzione degli squilibri macroeconomici tra i 28 Paesi Ue. Stabilisce regole e procedure per i controlli. In particolare introduce il concetto di "simmetria" per cui la Commissione deve valutare non solo i deficit, ma anche i surplus. In pratica, possono essere richiamati non solo Spagna o Grecia, ma anche Germania e Olanda perché hanno consumi interni troppo ridotti.
4) Rapporto Diogo Feio (Por, Ppe):
introduce nel Patto di Stabilità e Crescita il controllo sul debito: impone agli Stati che hanno un rapporto debito/Pil superiore al 60%, la riduzione del 5% annuo per la parte eccedente.
Si veda il "Fiscal
Compact".
5) Rapporto Carl Haglund (Fin, Alde):
definisce le sanzioni per gli squilibri macroeconomici. Si parte da un deposito fruttifero pari allo 0,1% del Pil, che - in caso di mancato rispetto delle raccomandazioni della Commissione da parte del governo nazionale - diventa prima deposito infruttifero poi si trasforma in multa pari allo 0,2% del Pil.
Nel caso dell'Italia, come abbiamo detto, la multa ammonterebbe
a circa 30 miliardi di euro.
6) Rapporto Sylvie Goulard (Fra, Alde):
definisce le sanzioni per la fase correttiva delle politiche di bilancio prevista dai rapporti Wortmann-Kool e Feio. In questo caso si parte da un deposito fruttifero pari allo 0,2% del Pil, che - in caso di mancato adeguamento - si trasforma prima in deposito infruttifero, quindi in multa con incameramento progressivo di "fette" di tale deposito. Inoltre stabilisce una multa pari allo 0,2% del Pil per le frodi statistiche
(come sempre, per l'Italia circa 30 miliardi di
euro).
|