Prendiamo
spunto da un ottimo contributo di Mattia Corsini
[1] per
proporre una riflessione sull'Unione Europea e sull'euro,
nell'ottica concreta della ricerca di una strategia
di uscita efficace e possibilmente non autolesionisitica.
Dice
la nostra Costituzione:
Art.
1: "L’Italia è una Repubblica democratica,
fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al
popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione”.
Art.
4: "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini
il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano
effettivo questo diritto.”
Art.
11: "L’Italia [...] consente, in condizioni
di parità con gli altri Stati, alle limitazioni
di sovranità necessarie ad un ordinamento che
assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove
e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte
a tale scopo.”
Art.
32: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale
diritto dell’individuo e interesse della collettività,
e garantisce cure gratuite agli indigenti.”
Art.
33: La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione
ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e
gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire
scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo
Stato.”
Art.
35: “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le
sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione
professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli
accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad
affermare e regolare i diritti del lavoro.”
Art.
36: "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione
proporzionata alla quantità e qualità
del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare
a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.”
Art.
38: "I lavoratori hanno diritto che siano preveduti
ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita
in caso di infortunio, malattia, invalidità e
vecchiaia, disoccupazione involontaria.”
Art.
41: "L’iniziativa economica privata è
libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità
sociale o in modo da recare danno alla sicurezza,alla
libertà, alla dignità umana. La legge
determina i programmi e i controlli opportuni perché
l’attività economica pubblica e privata possa
essere indirizzata e coordinata a fini sociali.”
Art.
47: "La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio
in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla
l’esercizio del credito."
Art.
54: "Tutti i cittadini hanno il dovere di essere
fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione
e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche
hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore,
prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge."
[2]
Tutti
questi articoli, ed altri ancora, sono stati disattesi
e calpestati con il pretesto (accampato di recente anche
da Mario Monti [3])
della "cessione di sovranità" a favore
dell'Unione Europea.
In
effetti sembrerebbe logico ed inevitabile, in una
certa misura, accettare di cedere porzioni di sovranità
per entrare a far parte di un organismo sovranazionale
come la grande "Europa dei popoli",
ed è proprio sulla retorica della Grande Madre
Comune che
fanno leva da sempre i fautori dell'euro, attraverso
la più disonesta delle manipolazioni mediatiche
e la capillare diffusione della propaganda filo-europea
nelle scuole di ogni ordine e grado.
Ma
andiamo a vedere un po' più da vicino cos'è
e com'è fatta l'Unione Europea.
- La
prima considerazione che si impone è
che non vi è traccia di democrazia
nella struttura istituzionale dell'Unione Europea. Nessuna delle istituzioni importanti
dell'Unione è elettiva: solo il Parlamento
Europeo lo è. Tuttavia il Parlamento Europeo
non può proporre le leggi e non può approvarle
da solo: gli è riservata la cosiddetta procedura di
co-decisione. Nell'Unione Europea le leggi vengono scritte
da tecnocrati non eletti (ad es. la Commissione Europea),
mentre il Parlamento Europeo, in cui risiedono i rappresentanti
votati dalla gente, non può né proporre
le leggi, né adottarle o bocciarle da solo, dovendo
condividere la procedura di approvazione con il Consiglio
dell'Unione Europea, il cui potere decisionale è
comunque superiore. Può contestarle, ma
con procedure talmente complesse da renderlo di fatto
un'istituzione secondaria.
- L'intero
edificio dell'Unione Europea si regge su una serie di
trattati (Maastricht del 1992, Lisbona e Velsen
del 2007)
imposti ai popoli europei nel più antidemocratico
dei modi, senza adeguata informazione, senza alcuna consultazione popolare, o,
peggio, disattendendo la volontà popolare chiaramente
espressa nei referendum (come accadde in Francia
e in Olanda nel 2005).
Solo per citare qualche esempio
delle numerose voci di dissenso che da subito
si sono levate contro l'Unione Europea,
Anne-Marie Le Pourhiet, giurista ed insegnante di diritto
pubblico all'Università di Rennes, ha scritto
all'indomani di Lisbona: "L'Unione
Europea è antidemocratica. [...] Il Trattato
Europeo, detto anche Trattato di Lisbona, dal
nome della capitale dove i governi europei si sono radunati
non già per approvarlo, ma per ratificare a scatola
chiusa un’approvazione decisa a porte chiuse dalla citata
combriccola dell’Unione, sancisce quindi la fine della
democrazia." Il parlamentare
europeo danese Jens-Peter Bonde ha affermato: "i
primi ministri erano pienamente consapevoli che il Trattato
non sarebbe mai stato approvato se fosse stato letto,
capito e sottoposto a referendum. La loro intenzione
era di farlo approvare senza sporcarsi le mani con i
loro elettori". Il nostro Giuseppe Guarino dichiarò
nel 2008: "Il trattato viola almeno due articoli della Costituzione italiana, l'articolo 1 ("La sovranità appartiene al popolo") e l'articolo 11 (l'Italia "consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie").
- Ma
l'aspetto più distruttivo dell'UE è senz'altro
quello economico: il sistema dell'euro, infatti,
priva completamente gli Stati della sovranità
monetaria, cioè del controllo sull'emissione
del denaro e sulla spesa pubblica, delegando interamente
questa funzione alla BCE (Banca Centrale Europea),
la quale per statuto NON può intervenire in soccorso
degli Stati in difficoltà.
Una volta gli Stati potevano prevedere entro una certa misura che i propri titoli di Stato fossero acquistati dalle loro Banche Centrali. Adesso non è più così. Tranne casi peculiari e cosiddette procedure d’urgenza, la prassi è che tutto il denaro possa essere acquistato dai mercati di capitali, cioè
da soggetti privati che operano in base a esclusive ragioni di profitto. Pertanto i Paesi dell’Eurozona: -
non hanno più sovranità monetaria; -
per avere soldi per finanziare pensioni, istruzione, trasporti, ecc., devono andare a
chiedere in prestito il denaro presso banche, fondi pensioni, gruppi di affari privati. Denaro che verrà dato in prestito in cambio di interessi crescenti in proporzione alla difficoltà economica del Paese,
secondo la migliore tradizione dello strozzinaggio.
- Inoltre
i cosiddetti "parametri di Maastricht",
aggravati dalle restrizioni contenute nel trattato
Fiscal Compact,
impongono alla spesa pubblica vincoli assurdi: il 3%,
o addirittura lo 0,5% -
una soglia completamente irrealistica - per il rapporto deficit/PIL e il 60% per il rapporto debito/PIL,
oltre al castrante "pareggio di bilancio",
che vieta la spesa pubblica "a deficit"
contraddicendo
clamorosamente l'art. 38 della nostra Costituzione; tali
vincoli, a parere di eminenti economisti, sono
non solo
destituiti di qualsiasi fondamento teorico o empirico,
ma anche basati
su calcoli matematici a dir poco discutibili,
come
quelli di Ken Rogoff e Carmen Reinhart,
recentemente contestati anche dal premio Nobel Paul Krugman
[4].
In
nome di questi parametri del tutto arbitrari i Paesi dell'Eurozona
dovranno subire manovre
di mannaia sociale per recuperare ogni anno dal paese decine
di miliardi
di euro che verranno risucchiati dai servizi e dalle persone o ottenuti tramite
svendite di quel che resta del patrimonio pubblico (le tanto decantate "privatizzazioni")
e spediti ai detentori del
debito pubblico (grandi banche, ecc.): e
tutto questo, ai sensi del Fiscal Compact, per i prossimi venti anni.
- La galleria
degli orrori UE è ben lungi dall'esaurirsi
qui, potendo vantare creature come il M.E.S.
e l'E.R.F. L'ultimo mostro partorito
dagli instancabili Frankenstein dell'euro è il cosiddetto "Two
Pack", che dal
30 maggio 2013 assegna direttamente all'Ue la facoltà di imporre modifiche alle finanziarie dei singoli Paesi,
di fatto commissariandoci.
- Ma
c'è di peggio: chiunque abbia una sia pur sommaria nozione
dell'equazione dei "saldi settoriali" sa che
il "pareggio di bilancio", vietando la spesa
governativa "a deficit" tipica dei Paesi con
sovranità monetaria (che, lo ricordiamo,
non crea debito), condanna i privati a farsi carico dell'intero
onere della spesa pubblica; inoltre, non essendo possibile
ai privati stampare denaro, in mancanza della spesa
governativa "a deficit" esiste solo un'altra
fonte di approvvigionamento di denaro, ed è
il commercio con l'estero.
Questa logica dell'export-a-tutti-i-costi ha indotto
nazioni come la Germania, già enormemente avvantaggiate
dal cambio fisso intra-euro e dall'impossibilità della svalutazione
competitiva, a praticare una politica di deflazione
salariale che, abbassando il
"costo del lavoro" (cioè i salari),
ha reso le loro merci più competitive sul mercato.
-
Chi entra nella logica perversa di
scaricare i costi della crisi sui lavoratori
intraprende una gara al ribasso definita da Mario Monti (purtroppo
senza ironia) "cinesizzazione"
del lavoro in Europa ed
accetta come inevitabile corollario anche il ricorso ad un'elevatissima disoccupazione,
come mezzo di ricatto e di pressione su coloro che ai
sensi dell'art. 1 della Costituzione dovrebbero esercitare
la Sovranità ed invece sono ridotti al rango
di schiavi.
- L'Unione
Europea non può neppure essere definita fascista,
in quanto è molto peggio del fascismo:
Mussolini infatti, nel timore di una sollevazione popolare,
introdusse le basi di ciò che oggi chiamiamo
Welfare, investendo in infrastrutture e nella bonifica
del territorio; l'Eurosistema, invece, non solo non
prevede nulla di tutto ciò, ma sta rapidamente
precipitando i suoi popoli nel baratro della disoccupazione,
della miseria, dell'emigrazione:
che non si tratti di un "errore di calcolo",
ma di una strategia ben precisa, è ormai
opinione diffusa anche in ambienti non sospettabili
di complottismo, come dimostra il recentissimo
articolo di Krugman apparso sul New York Times,
nel quale l'economista americano afferma a proposito
della Commissione Europea: "Non è una questione di rigore nei conti pubblici, non lo è mai stata. Lo scopo è sempre stato usare lo spauracchio ingigantito dei pericoli del debito per smantellare lo Stato sociale."
[5]
La
logica che guida l'Unione Europea non è
quella del fascismo, ma, come scrive Francesco
Maria Toscano, quella aberrante dell'eugenetica
darwiniana: "i media definiscono
crisi economica un progetto razionale e consapevole
finalizzato al ridisegno della società
europea in senso barbarico e pre-illuministico,
elaborato, guidato e imposto da una élite
tecnocratica, cementata da comuni radici massonico-reazionarie,
che opera al riparo di una costruzione istituzionale
di fatto antidemocratica e irresponsabile per
obbligare i singoli Stati membri ad attuare
con la forza dell’intimidazione riforme in grado
di accelerare la rapida destrutturazione del
sistema sociale europeo, aumentare le disuguaglianze
e selezionare la specie." [6]
Com'è
possibile tutto questo in un regime che si definisce
democratico?
La
risposta è semplice e mette in luce quello che
è l'incorreggibile difetto di base della democrazia,
ben noto già agli antichi Greci: l'ignoranza (in
greco amathìa) della popolazione, che
non ha altro mezzo per informarsi se non il ricorso
ai media. Controllando i media si ha in mano la
partita, ed è evidente che il Partito Unico dell'Euro,
comunque si concretizzi e qualunque nome assuma
per illudere la gente di avere una possibilità
di scelta, esercita quel controllo totale sui media che è
tipico delle dittature: è solo grazie al plagio
ed alla disinformazione, infatti, che
il sistema si regge; le responsabilità dei giornalisti
in tal senso sono pesantissime, e chi tenta di bucare
il muro dell'omertà mediatica, come il giornalista
Paolo Barnard [7],
subisce un vero e proprio apartheid. In Grecia, per esempio, è
in atto un autentico genocidio, ma nessuno lo sa,
perché nessuno deve sapere: i telegiornali
continuano a parlare "d'altro" o a dipingere
una situazione rassicurante che non ha alcun rapporto
con la realtà, per tranquillizzare le vittime predestinate
e sopire le coscienze fino al punto di non ritorno
(quello che in gergo si chiama "tecnica della rana
bollita" [8]).
Quando
non sarà più sufficiente il lavaggio del
cervello, verrà verosimilmente usata per
reprimere le rivolte la Gendarmeria Europea (EuroGendFor)
istituita dal Trattato di Velsen nel 2007.
Tanto basta per comprendere come
il termine "democrazia" sia totalmente
svuotato del suo significato, agitato
come un vuoto feticcio da una classe di governo in perfetta
malafede, erede di ideologi come
Crozier, Huntington
e Watanuki, che nel
celebre rapporto redatto nel 1975 per la Commissione Trilaterale
denunciarono senza mezzi termini l'insostenibilità della democrazia
nel mondo contemporaneo [9].
Chiunque si accosti all'argomento
con mente libera da pregiudizi non può non rendersi conto
dell'enorme
inganno in cui siamo stati tratti con la complicità
di una classe politica indegna e collusa,
completamente dimentica di una verità fondamentale
che intendiamo ribadire con la massima forza: e cioè
che è la politica (in quanto massima espressione
filosofica) a dover governare l'economia, e non il contrario.
Sono i mercati a dover essere al servizio dell'uomo,
non l'uomo dei mercati, oggi elevati, come afferma
il giovane filosofo Diego Fusaro,
al rango di divinità dalla moderna
teologia della Globalizzazione, che ha sostituito
la religione tradizionale e che viene praticata dagli
adepti di quello che Gramsci definì
efficacemente "cretinismo economico"
[10].
L'economia
DEVE servire l'interesse collettivo, ed in tal senso
dev'essere indirizzata da politici degni di questo nome.
Qualsiasi altra ipotesi, in quanto anti-umana ancor
più che antidemocratica, è da noi fermamente
respinta: ogni sforzo possibile deve essere posto
in atto per spazzare via una classe politica di tal
fatta, per costruire da zero un soggetto politico
completamente nuovo, attento al benessere della popolazione
e rispettoso del dettato della Costituzione italiana.
La
nostra semplice filosofia di base si riassume nella
parafrasi del motto terenziano homo sum, humani nihil a me alienum puto: siamo uomini
e stiamo dalla
parte dell'uomo.
(continua)
[1]
https://docs.google.com/file/d/0B0DM_HqqOHAVNVpQQU5nd3BMWkU/edit
[2]
Cfr. http://metempsicosi.altervista.org/Conferenza/videomonti.htm
[3]
http://www.governo.it/Governo/Costituzione/CostituzioneRepubblicaItaliana.pdf
[4]
http://www.repubblica.it/economia/2013/05/27/news/crescita_austerity_krugman-59753106/
[5]
http://krugman.blogs.nytimes.com/2013/09/03/the-austerian-mask-slips/?nl=opinion&emc=edit_ty_20130904&_r=1,
tradotto sul Sole 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2013-09-13/francia-darti-pena-183712.shtml?uuid=AbiQaSWI&fromSearch
[6]
http://www.ilmoralista.it/2013/06/12/gli-elementi-costitutivi-del-neonazismo-tecnocratico-interiorizzati-dal-partito-democratico/
[7]
Cfr. il saggio «Il
più grande crimine», http://www.paolobarnard.info/docs/ilpiugrandecrimine2011.pdf
[8]
Cfr. http://www.scenarieconomici.it/il-governo-gli-italiani-e-la-rana-bollita/
[9]
Michel Crozier, Samuel Huntington e Joji Watanuki, «The Crisis of Democracy: Report on the Governability of Democracies to the Trilateral Commission», New York University Press, 1975
[10]
Cfr. http://www.youtube.com/watch?v=_n0GH5vyObk
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