Al netto degli effetti supplementari dovuti alla fuga degli investitori da quell’Emittente, che spesso esacerbano le perdite delle quotazioni in misura anche rilevante, in via del tutto TEORICA si può simulare la perdita di valore di un titolo nel modo seguente: ipotizziamo di possedere un BTP 4,25% con scadenza 1-5-2023, la cui quotazione di mercato è oggi (10 giugno 2013) 102,80, per un rendimento effettivo a scadenza del 4,20%. Questo titolo paga al possessore delle cedole semestrali al tasso del 4,25% lordo annuo. a) Ipotesi 1: l’OPS propone l’allungamento della scadenza fino al 1-5-2033 (da 10 a venti anni) e la riduzione del tasso nominale del titolo da 4,25% a 2%. Il mio BTP diventa così BTP 2% 1-5-2033. Calcoliamo il valore del mio nuovo titolo ipotizzando che il tasso corrente rimanga uguale a quello che c’è oggi sul mercato dei titoli di Stato (ipotesi solo teorica, in quanto in caso di ristrutturazione facilmente i tassi di mercato tendono a salire violentemente). Oggi un BTP a 20 anni rende il 4,76%. Proviamo quindi a valutare il titolo nuovo sulla base del rendimento al 4,76%: il valore teorico del nuovo titolo sarà di 65,30. Pertanto, io realizzo una perdita immediata (ripetiamo: teorica, a rendimenti invariati) di almeno 37,50. Questo significa che se possiedo 10.000 euro del titolo, con l’allungamento da 10 a 20 anni e la diminuzione del tasso nominale dal 4,25% al 2% io realizzo una perdita secca immediata di almeno 3.750 euro su 10.000. b) Ipotesi 2: l’OPS propone l'allungamento della scadenza fino al 1-5-2043 (da 10 a 30 anni) e riduzione del tasso nominale del titolo da 4,25% a 2%. Il mio BTP diventa così BTP 2% 1-5-2043. Calcoliamo il valore del mio nuovo titolo sempre ipotizzando che il tasso corrente rimanga uguale a quello che c’è oggi sul mercato dei titoli di Stato (e ricordando che l'ipotesi è solo teorica, in quanto in caso di ristrutturazione facilmente i tassi di mercato tendono ad impennarsi). Oggi un BTP a 30 anni rende il 4,93%. Proviamo quindi a valutare il titolo nuovo sulla base del rendimento al 4,93%: il valore teorico del nuovo titolo sarà di 55,00. Pertanto, io realizzo una perdita immediata (teorica, a rendimenti invariati) di almeno 47,80. Ciò significa che se possiedo 10.000 euro del titolo, con l’allungamento da 10 a 30 anni e la diminuzione del tasso nominale dal 4,25% al 2% io realizzo una perdita secca immediata di almeno 4.780 euro su 10.000. Tradotto in parole povere: la ristrutturazione del debito comporta un vero e proprio bagno di sangue per i possessori di titoli di Stato, fra i quali si annoverano (lo ricordiamo per chi pare dimenticarsene) moltissimi piccoli risparmiatori. Non dimentichiamoci che buona parte del debito pubblico è tornata in mani italiane proprio in seguito ai saggi ed avveduti consigli di chi suggeriva di "ricomprarci il debito" per migliorare la nostra posizione rispetto all'estero: si vedano i dati di questa tabella, risalente al marzo 2012 (in seguito il trend di riacquisto del debito da parte delle banche italiane è addirittura aumentato, per cui la percentuale di debito in mani italiane si aggira attualmente sul 70%):
L'ipotesi di ristrutturazione, perciò, suona ora come una perfida beffa architettata ai danni degli italiani, ed è a dir poco stupefacente leggere una simile proposta sul blog di Beppe Grillo.
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