Quando conobbi questo documento,
mi colpì la forte assonanza che esso ha con vicende di una attualità
straordinaria.
Non posso darvi la certezza che
tutto sia vero, ma certamente è “verisimile”, e merita di essere conosciuto.
Io lo scoprii dalla visione dell’Addendum di Zeitgeist (1), l’opera documentarista che si aggiunse al primo
Zeitgeist (2). In un certo senso certe opere contribuiscono, al di là
dei loro meriti effettivi, a fare epoca. Avvenne, nel campo del cinema, con
Blade Runner, gran bel film, ma non capolavoro assoluto, eppure entrò nello
“Spirito del Tempo”. Il colossale tentativo di Zeitgeist è nello “Spirito del
tempo”, già dal titolo stesso, che non è altro che la traduzione di “Spirito
del tempo” in tedesco.
La testimonianza che leggerete -
che è solo una parte dell’Addendum, in cui si parla di molto altro - è di John Perkins (vedi foto sotto), già autore di "Confessioni di un killer
economico".
Perkins è stato per oltre 20 anni
economista in una delle principali società di consulenza ingegneristica, la
Chas. T. Main, di Boston. Successivamente è diventato imprenditore nel settore
della produzione di energia elettrica e scrittore.
Il suo libro più conosciuto è
"Confessions of an Economic Hit Man" (2004). La traduzione italiana
della Minimum Fax (2005) ha preferito tradurlo con “Confessioni di un sicario
dell’economia”. Ma secondo me la parola Killer è più efficace, perché rende in
maniera ancora più veritiera e brutale il senso violento della sua
testimonianza.
Quelle che Perkins racconta sono
alcune delle modalità in cui avviene la silenziosa e raffinata lotta di chi
gestisce il potere, contro le popolazioni, e della
fine che fanno quei leader che non si fanno comprare.
Due premesse.
Uno: non tutto deve
necessariamente essere vero. Prendete sempre ogni cosa come un’approssimazione
della verità, ma mai come certezza incontrovertibile.
E due: Perkins pone l’attenzione
in maniera principale sulla vessatoria e criminale politica internazionale
americana. Ma, hic sunt leones,
questo è il punto... non aspettatevi di trovare adesso un “semplice”, anche se
sempre necessario, atto di condanna contro la storia predatoria americana.
Perché, Ladies and Gentlemen, qui si parla del presente… E non
solo di USA.
Qui si parla di “tecniche del
Potere” che vanno al di là degli stessi U.S.A, e operano anche in altri
contesti.
Cosa dice in sostanza Mr. Perkins? Che per sottomettere altri Paesi,
specie se produttori di petrolio o ricchi di riserve naturali, si sono sempre
usati strumenti come:
- USO DEL DEBITO
- CORRUZIONE
- COLPI DI STATO.
E per ottenere gli scopi
prefissati sorse la figura del
killer economico. Perkins sostiene di essere stato per decenni un killer
economico.
A volte in un Paese hanno preso
il potere alcuni veri grandi Leader, uomini incorruttibili,
carismatici, che lottavano per il loro popolo, come Salvador Allende in Cile,
tanto per cominciare a fare un nome.
Questi Uomini non erano i cani al
guinzaglio corrotti che fino a un tempo precedente si mettevano a pecorina
lasciando saccheggiare il loro territorio e impoverire il proprio popolo, per
favorire colossi multinazionali, bancari, Stati predatori.
Questi Uomini erano talmente
pazzi che avevano l’idea blasfema di volere essere al servizio del loro popolo, di
pretendere che le risorse del proprio Paese andassero in primo luogo al Popolo
che abitava quel Paese.
E questo non piaceva affatto. Non
piaceva neanche un po'. Davvero disdicevole.
E allora venivano mandati i
killer economici.
Come agisce un killer economico?
In primo luogo prova a
corrompere.
Va dal leader e gli fa capire che
il suo potere sarà ancora più saldo e lui e la sua famiglia saranno coperti
d’oro, ma dovrà accettare
essenzialmente due cose, strettamente interconnesse tra loro: che le risorse
del proprio Paese vengano saccheggiate da agglomerati internazionali; e che
quel Paese... ACCETTI SOLDI IN PRESTITO. A volte si partiva direttamente
dal denaro in prestito... e il resto veniva da sé. Ora ci torneremo comunque.
Se il laeder non si faceva
corrompere, si cercava di ucciderlo o renderlo ininfluente in ogni modo possibile.
Se ogni intervento sotterraneo
falliva, il grado ultimo è
l’intervento militare come è avvenuto in Iraq (sempre tenendo conto di ciò
che racconta Perkins).
E tutte queste cose le leggerete
nella testimonianza di Perkins.
Ma adesso, focalizziamoci sulla
PRESSIONE PER OTTENERE PRESTITO, sulla coercizione
a FARE DEBITO.
Perché quei Paesi dovevano
indebitarsi con il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale o altre
agenzie?
Perché si cercava (e si cerca) in
tutti i modi di ottenere questo?
Perché uno Stato, specie se in
difficoltà o non troppo finanziariamente ricco, se si indebita per cifre
enormi, gravate da ingenti interessi, sarà quasi sempre, non solo
impossibilitato a restituirle, ma ridotto praticamente sul lastrico.
E là vengono gli scagnozzi.
Nessuna “operazione coperta” questa volta. Vengono in carne ed ossa. Gli
inviati del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale... e con aria
contrita diranno a quel Paese: “Ci dispiace, il vostro debito è alle stelle;
voi siete in bancarotta e nessuno vi concederà fiducia. Siamo disposti a darvi
qualche altro soldo, ma dovete fare come diremo noi. Seguire il nostro
programma”.
Ragazzi… non comincia a ricordarvi qualcosa,
tutto questo?
Torniamo ai gentili signori
dell’FMI e della BM. Cosa
chiedono in cambio di altri soldi, che accresceranno ulteriormente il debito?
Propongono sempre lo stesso
programma, sempre: anche se lo presentano con terminologie quali
“necessarie riforme strutturali”. E alcuni capisaldi immancabili di quel
programma sono:
- tagli alla spesa sociale
(questi includono l’istruzione, la sanità e le pensioni),
- svendita delle risorse
naturali,
- privatizzazioni delle imprese
statali,
- liberalizzazione del commercio,
- deregulation generalizzata.
Non continua a ricordarvi
qualcosa?
Ci sono tante forme di
terrorismo.
Una delle più sottili, ma anche
delle più efficaci è il
terrorismo economico.
Il debito come arma di dominio.
E adesso, facciamo un salto
temporale e geografico. Tutt’altro contesto.
Questi giorni. Europa... Grecia.
Grecia: "il più grande successo dell'euro" (cit. Mario Monti)
Quale è stata la politica del FMI
e della Banca Centrale Europea nei confronti della Grecia?
Come si è agito per “salvare” la
Grecia?
CONCESSIONE DI SOSTANZIOSI
PRESTITI, CON NOTEVOLI INTERESSI.
Ma come può un Paese già
(casualmente?) in difficoltà economica risarcire quei prestiti?
Non può.
E quindi passa un anno è la
Grecia ha ancora più debiti di prima.
E questa volta cosa le si propone
per “salvarla”?... Ulteriori prestiti.
Ma questi prestiti in cambio di
cosa vengono dati?
In cambio delle “necessarie riforme strutturali”.
In cosa consistono queste riforme
strutturali?
Tagliare i servizi pubblici,
impoverire il welfare, privatizzare, liberalizzare, svendere le risorse
naturali.
Lo stesso sistema. Lo stesso
metodo. Le stesse tecniche descritte da Perkins.
E qui non si dice che
necessariamente deve esservi il dolo, ma non è stupefacente questa ripetitività
e coerenza di metodi? Guarda tu, alla fine si attua sempre lo stesso sistema a
tenaglia.
Pochi giorni fa il popolo greco è sceso in piazza contro l’ennesimo saccheggio
sociale. FMI, BCE e Commissione Europea hanno concesso l’ennesimo prestito in cambio di
un’ulteriore draconiano piano soclale, che comporta 15.000 licenziamenti
dal settore pubblico, la riduzione del 20% dei salari minimi e altre misure in
stile Vlad l’Impalatore.
Anche un demente, anche un decerebrato sa che un paese bastonato,
indebitato, impoverito sarà reso ancora più debole da questi salassi sociali; e
con l’aggiunta del nuovo prestito, il suo debito tra un anno sarà ancora più incontrollabile.
E allora proporranno altre “riforme strutturali”... tagli, privatizzazioni,
svendite del patrimonio collettivo.
Più ci soffermiamo, più
l’analogia con i metodi di killeraggio economico descritti da Perkins è
stupefacente.
Ma il senso di tutto questo non è
l’angoscia o la rabbia impotente. Ma di provare a capire.
E di agire per il cambiamento.
Ci hanno fatto credere che solo
una è la versione reale delle cose, e solo una l’alternativa disponibile.
Bene, non è così.
Loro sono fantasmi. Se le persone
si risvegliassero, le strutture del dominio crollerebbero domani stesso.
Il testo di Perkins va
assolutamente letto.
Prima di leggerlo voglio però
fare una dedica: a tutti
quegli uomini che furono fatti fuori perché non accettarono di farsi comprare,
non accettarono di farsi corrompere, non accettarono di farsi piegare, non
accettarono il collare, non accettarono di ingrassarsi e vendere, insieme alla
propria dignità, il proprio Paese, le sue risorse e il proprio popolo.
Uomini come Salvador Allende,
Mossadech, Arbenz, Jaime Roldós Aguilera, Omar Torrijos, e tutti gli altri.
Da sinistra verso destra: Allende, Mossadech, Arbenz, Aguilera, Torrijos
E mi vengono in mente le parole
di Pride che gli U2 dedicarono a Martin
Luther King: “Presero la tua vita. Non potevano prendere il tuo orgoglio”.
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“Ci sono due modi per conquistare
e rendere schiava una nazione.
Uno è con le spade, l’altro è con il debito”.
John Adams 1735-1826
Noi killer economici siamo stati
i veri responsabili della creazione di questo primo impero globale, lavorando
in diversi modi, ma probabilmente il più comune era identificare
un Paese che aveva risorse che la nostra società desiderava, come il petrolio.
Dopodiché facevamo concedere enormi prestiti
a quel Paese, dalla Banca Mondiale o da una delle sue organizzazioni
collaterali. Ma il denaro
in verità non arrivava mai a quel Paese, andava invece a quel gruppo di società per la costruzione di progetti di
infrastrutture, impianti energetici, siti industriali, porti, cose di cui
beneficiava una cerchia di persone ricche di quel paese oltre alle nostre
multinazionali. Di sicuro non ne beneficiava affatto il popolo.
Comunque tutto quel paese, e
quella gente, venivano lasciati con un enorme debito. Ed era proprio questo
l’obiettivo. Fare in modo che non potessero pagarlo. E noi
killer economici tornavamo e gli dicevamo: “Sentite, avete preso molto denaro,
non potete pagare il vostro debito, quindi vendete il petrolio a prezzi molto
bassi alle nostre compagnie petrolifere, lasciateci costruire basi militari
nella vostra nazione, o mandate delle truppe in supporto alle nostre in qualche
posto del mondo come l’Iraq, o votate come noi nella prossima votazione ONU,
fate privatizzare nei vostri Paesi le imprese pubbliche, i servizi idrici ed
elettrici, e fateli vendere alle società degli Stati Uniti o ad altre
multinazionali. Quindi una cosa che si espande a macchia d’olio, ed è il modo tipico di agire del Fondo
Monetario Internazionale e della Banca Mondiale.
Fanno indebitare quei Paesi in
modo che non possano pagare il debito. Dopodiché offrono il rifinanziamento di
quel debito, facendo pagare interessi ancora maggiori, e si
chiede in cambio un corrispettivo chiamato “conditionality” o “good
governante”, che significa che devono
svendere le loro risorse, compresi molti dei loro servizi sociali, le imprese
dei servizi pubblici, e alcune volte il loro sistema scolastico, o il loro
sistema giuridico o assicurativo, affinché si costruiscano le società
straniere. Quindi il doppio, il triplo, il quadruplo di quello che cercano di
ottenere.
Iran 1953
La creazione dei killer economici
risale ai primi anni ’50, quando il Presidente Mossadech venne eletto democraticamente in
Iran.
Era considerato la speranza per
la democrazia nel Medio Oriente e in tutto il mondo. Fu l’uomo dell’anno per il
Time magazine.
Ma una cosa che dichiarava di
continuo, e che mise anche in pratica, era l’idea che le compagnie petrolifere straniere
dovevano pagare il popolo iraniano molto di più per il petrolio che prelevavano
dall’Iran, e il popolo iraniano doveva trarre benefici da questo. Una
politica strana. Non ci piaceva naturalmente. Ma avevamo paura di fare quello
che facevamo di solito, cioè inviare l’esercito. Mandammo invece un agente della
Cia, Kermet Roosvelt, un parente di Teddy Roosvelt, e con l’impiego di
pochi milioni di dollari risultò molto pratico ed efficiente, e in poco tempo riuscì a rovesciare il governo di
Mossadech, riportò lo Shah in Iran per rimpiazzarlo, il quale era stato
sempre favorevole alle politiche del petrolio, e fu davvero efficace. Così
negli U.S.A., a Washington, la gente si guardò negli occhi e disse “Wow, questo
è facile ed economico".
Quindi, tutto questo diede inizio ad un
nuovo modo di manipolare i paesi, in modo da creare degli imperi. L’unico
problema con Roosvelt è che era un agente affiliato della Cia, se fosse stato
catturato le conseguenze sarebbero potute essere piuttosto pesanti. Quindi
molto velocemente si decise che bisognava
affidarsi a consulenti privati, per distribuire del denaro attraverso la
Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, o una delle altre agenzie.
Bisognava assoldare gente come me che lavorava per società private. Quindi se
fossimo stati smascherati, non ci sarebbero state conseguenze per il governo.
Guatemala 1954
Quando Arbenz divenne presidente in Guatemala,
il Paese era sotto l’influenza della United Fruit Company, una grande
multinazionale.
E Arbenz si candidò affermando:
“Come sapete, vogliamo ridare
le terre al popolo". E una volta preso il potere, cominciò ad
introdurre politiche che facevano esattamente questo. Restituire le terre alla
gente. Alla United Fruit non piacque affatto. Quindi incaricarono una grande
impresa di pubbliche relazioni di condurre una enorme campagna negli U.S.A. per convincere la gente, i cittadini,
la stampa americana ed il Congresso degli U.S.A. che Arbenz era un burattino
dei sovietici, e che se gli avessimo consentito di rimanere al potere i
sovietici avrebbero avuto un punto di appoggio in questo emisfero. E perciò, da
quel momento in poi, si diffuse una grande paura nella vita di tutti del
terrore rosso, del terrore comunista. E quindi, riassumendo questa lunga
storia, a seguito di tutta questa campagna di pubbliche relazioni - fatta col
coinvolgimento di parti della CIA - i
militari fecero cacciare quest’uomo. In effetti fu quello che fu fatto.
Abbiamo mandato loro aerei,
soldati, infiltrati; abbiamo mandato tutto per farlo fuori. E ci siamo
riusciti. Il nuovo Presidente dovette risistemare le cose dopo di lui,
fondamentalmente riconcedendo tutto alle multinazionali, inclusa la United
Fruit.
Ecuador 1981
L’Ecuador è stato governato da
dittatori filoamericani, spesso decisamente brutali.
Dopodiché si decise che doveva
tenersi una elezione democratica. Jaime
Roldós Aguilera si candidò,
dichiarando che il suo obiettivo principale come Presidente sarebbe stato che le risorse dell’Ecuador fossero
usate per aiutare il popolo, e vinse in modo schiacciante.
Jaime Roldós non era nessuno, non
aveva mai vinto niente in Ecuador, e iniziò a mettere in atto queste politiche.
Voleva essere sicuro che i profitti del petrolio fossero usati per aiutare la
gente. Bene, questo non piace agli U.S.A. Fui
mandato laggiù, insieme ad altri numero killers, per cambiare Roldós, per
corromperlo, per persuaderlo, per fargli sapere “ok, tu puoi diventare
molto ricco, tu e la tua famiglia, se fai il nostro gioco. Ma se continui a
perseguire queste politiche che hai promesso, te ne andrai”.
Non mi voleva sentire. Fu
assassinato.
Non appena ci fu l’incidente
aereo, l’intera zona venne circondata. Le uniche persone che potevano accedervi
erano militari statunitensi di una base militare delle vicinanze e militari
ecuadoreni. Quando le indagini andarono avanti, due dei testimoni chiave morirono
in incidenti stradali, prima che potessero rilasciare le loro testimonianze.
Molte cose strane accaddero
intorno all’assassinio di Roldós. Io, come molti altri che hanno esaminato
questi eventi, non ho alcun dubbio che si sia trattato di un omicidio.
Ovviamente, nella mia posizione
di killer economico, mi aspettavo che sarebbe accaduto qualcosa a Jamie. Non
ero sicuro che si arrivasse ad un assassinio a sangue freddo, ma lo ero del
fatto che venisse cacciato, in quanto non poteva essere corrotto, non si
sarebbe lasciato corrompere nel modo in cui avremmo voluto.
Panama 1981
Omar Torrijos, il
Presidente del Panama, era una delle persone che preferivo, mi piaceva molto
incontrarlo. Era un uomo carismatico, era un uomo che voleva davvero aiutare il
suo Paese.
Quando provai a comprarlo, a
corromperlo, mi disse: “Guarda John” (mi chiamava Juanito) “Guarda Juanito, non
ho bisogno di soldi. Quello che mi serve è che il mio Paese sia trattato in
modo leale. Voglio che agli U.S.A. venga pagato il debito per le infrastrutture
che avete fatto qui. Voglio essere nella condizione di potere aiutare altri
paesi latinoamericani quando diventeranno indipendenti, e si libereranno di
questa terribile presenza del Nord. Voi ci state sfruttando in modo così
crudele. Dobbiamo ridare il Canale di Panama di nuovo nelle mani del popolo
panamense. Questo è quello che voglio, quindi lasciami in pace, non provare a
comprarmi".
Era il 1981, e a maggio Jaime Roldós venne
assassinato, e Omar ne era ben consapevole.
Torrijos fece riunire la sua
famiglia e disse: "Sono probabilmente il prossimo, ma va bene così, perché
ho fatto quello che dovevo fare, rinegoziare il possesso del Canale. Il Canale
non ritornerà nelle nostre mani se si finisce solo per discutere delle
trattative con Jimmy Carter".
Nel giugno di quello stesso anno, solo un paio di mesi dopo, anche lui morì
in un incidente aereo, e senza dubbio venne ucciso da killer assoldai dalla
CIA. Passando inosservata, una delle guardie del corpo di Torrijos, gli
consegnò, prima di salire sull’aereo, un registratore, un piccolo registratore
che conteneva una bomba.
Venezuela 2002
Per me è interessante come questo
sistema stia continuando allo stesso modo ormai da molti anni, e come i killer
economici diventino sempre più abili. Veniamo
a quello che è successo di recente in Venezuela. Nel 1998 Hugo Chavez venne eletto Presidente, seguendo una
lunga schiera di Presidenti che furono molto corrotti e che fondamentalmente
avevano distrutto l’economia della nazione. E Chavez venne eletto per lasciarsi
alle spalle tutto questo.
Chavez si presentò agli U.S.A. e
fece una prima richiesta affinchè il petrolio venezuelano fosse utilizzato per
aiutare il popolo venezuelano. Bene, questo non piace agli U.S.A. E così nel 2002 il colpo di stato.
E non c’è dubbio per me e per la maggior parte delle persone che la CIA sia
dietro quel colpo di stato.
Il modo in cui il golpe venne
fomentato ricorda molto quello che Roosvelt aveva fatto in Iran. Pagare persone
per riversarsi in strada, per insorgere, protestare, per dire come Chavez era
molto impopolare. Sapete, se potete raggruppare poche migliaia di persone che
lo fanno, e li fate riprendere dalla TV, potete farli sembrare come un’intera
nazione. Eccetto per Chavez, in questo caso, perché lui era abbastanza
intelligente, e la gente era
dalla sua parte così fortemente che riuscirono a sconfiggerli. E’ stato un
momento fenomenale per la storia dell’America Latina. [Ma Chavez è morto il
5 marzo 2013 per un cancro sospetto, a suo dire inoculatogli da uomini U.S.A.
in occasione del suo primo ricovero, N.d.R.].
Iraq 2003
L’Iraq ha rappresentato un
perfetto esempio di come funziona il sistema. Noi killer economici, come
prima linea di azione, cerchiamo di corrompere i governi, inducendoli ad
accettare questi enormi
prestiti, i quali li rendono così bisognosi di fondi da finire praticamente
sul lastrico. Se falliamo, come a Panama con Omar Torrijos, e in Ecuador con
Jaime Roldós - uomini che rifiutavano la corruzione -, allora si attiva la
seconda linea di azione, cioè quella di inviare
degli infiltrati, degli sciacalli, che rovesciano il governo o uccidono. Ed
una volta che questo accade, si insedia un nuovo governo, e si dirà qual è la
nuova linea da seguire affinché il nuovo Presidente la conosca, nel caso non la
conoscesse già. E nel caso
dell’Iraq entrambe queste cose fallirono. I
killer economici non riuscirono ad arrivare a Saddam Hussein.
Provammo ad indurlo ad accettare
l’accordo che invece la Casa Reale dei Sauditi aveva accettato, ma lui non
volle. E quindi arrivarono gli infiltrati per farlo fuori, ma non ci
riuscirono, la sua sicurezza era molto buona. Dopotutto lui una volta aveva
lavorato per la CIA, era stato ingaggiato per assassinare un ex Presidente
dell’Iraq, e fallì, ma conobbe il sistema.
Così nel ’91 abbiamo mandato le nostre truppe ed abbiamo neutralizzato
l’Iraq militarmente. Pensavamo a quel punto che Saddam Hussein sarebbe
sceso a patti, non avremmo potuto rimuoverlo all’epoca.Ovviamente noi
vogliamo questi uomini forti, ci piacciono, perché controllano la gente. Pensammo che poteva controllare i
kurdi, mantenere gli iraniani oltre il confine, e continuare a produrre
petrolio per noi.
Pensammo che sarebbe sceso a patti, per questo i killer ritornarono
successivamente, ma senza alcun successo. Se avessero avuto successo, sarebbe
ancora al potere nel suo Paese. Gli venderemmo tutti gli aerei caccia che
vuole, tutto ciò che vuole. Ma non ci riuscirono, non ebbero successo; gli
infiltrati non riuscirono ancora a farlo fuori, così mandammo nuovamente l’esercito
e questa volta abbiamo completato l’opera, e l’abbiamo fatto fuori, con
un’operazione creata per i nostri obiettivi, con accordi per la ricostruzione
davvero molto redditizi.
E ricostruire nazioni che abbiamo
praticamente distrutto, è un affare davvero grande, se
siete proprietari di una grande impresa di costruzioni, un affare molto grande.
Quindi nell’Iraq si sono viste
tutte le tre fasi: i killer che hanno fallito, gli infiltrati anche, e quindi
il rimedio finale: viene inviato l’esercito.
(1) visibile a questo link: http://youtu.be/60O_cEuxslM;
(2) visibile a questo link: http://youtu.be/pvLZ6yl-ZhQ.
Fonte:
Alfredo
Cosco, "Confessioni di un killer economico",
3 marzo 2012
www.bornagain.it/wp/2012/03/03/conf...ller-economico/
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