CHI
E COME CREA IL DENARO?
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Tra
i cosiddetti economisti progressisti vi sono molti che
si rendono perfettamente conto del fatto che oggi utilizziamo
una moneta
"fiat"(1)
e non una “moneta merce” (dove l'effettiva unità
di misura ha un valore intrinseco), ma ancora sbagliano
nell'analizzare come la moneta ottenga il suo valore
e il suo ruolo nelle transazioni del settore non-governativo.
I cosiddetti modelli
della Circolazione o Circuitisti o wickselliani del
ciclo creditizio,
che non includono il settore governativo nell'analisi,
sono esempi di questi approcci fallaci.
In
generale, questi modelli rifiutano il mito del moltiplicatore
monetario, ma lo rimpiazzano con un altro: il
mito che si possa comprendere il capitalismo senza capire
il ruolo essenziale giocato dal governo
nel sistema monetario.
Secondo
questi modelli, le economie sono composte da:
- famiglie
(che forniscono fattori produttivi e consumano)
- imprese
(che producono)
- banche
(che prestano capitale da lavoro alle imprese,
come anticipo per la produzione).
Essi
analizzano quindi i “circuiti di produzione”,
nei quali le imprese s'indebitano con le banche per
assumere e pagare i lavoratori impiegati nella produzione;
i lavoratori poi utilizzano i propri salari per
consumare e le imprese sono così in grado di
ripagare le banche. A quel punto, la “moneta-credito”
è distrutta (e con essa, le corrispondenti
ed opposte attività e passività).
La
visione wickselliana, dunque, prevede che la “moneta”
sia creata in larga parte dalle banche, in risposta
alla domanda di credito proveniente dagli agenti economici.
È
chiaro che i fondi circolanti di credito finanziario
possono espandersi per favorire la crescita nelle
attività del settore privato(2).
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Tuttavia,
ed è questo il punto cruciale della visione
MMT, questa crescita diverrà insostenibile, perché
le attività finanziarie nette vengono distrutte,
oppure create in quantità insufficienti per soddisfare
le necessità di risparmio netto del settore privato.
Perciò
il livello di debito del settore privato crescerà,
mentre lo stock di attività finanziare nette
diminuirà.
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Il
problema cruciale che viene ignorato da queste
analisi è la questione dell'unità di
moneta.
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Perché
questi circuiti di transazioni utilizzano l'unità
che il governo ha legalmente determinato? Perché
qualcuno dovrebbe accettare proprio quest'unità
di conto, e non un'altra?
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Non
si può rispondere a queste domande se
si esclude il settore governativo dall'analisi.
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MONETA
EMESSA DALLO STATO: LE TRANSAZIONI "VERTICALI"
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La
Modern Money Theory considera il processo di creazione
del credito come “indebitamento in high powered money”
o HPM.
La
HPM (detta anche base monetaria) è la somma della moneta
emessa dallo Stato (banconote e monete) e delle riserve
bancarie (che sono passività della Banca Centrale).
La possiamo definire moneta governativa ad alto potenziale,
e d'ora in avanti la chiameremo per brevità moneta governativa.
L'unico
modo per capire perché tutta questa attività
di “indebitamento” non-governativo (prestito, restituzione
ecc.) può avere luogo è considerare in
prima battuta il ruolo del governo; ovvero, considerare
il governo come il centro propulsore della teoria macroeconomica.
Le
banche, chiaramente, espandono l'offerta di moneta in
maniera endogena, ovvero, senza che la Banca Centrale
sia in grado di controllarla. Ma tutta quest'attività
equivale a fare una “leva finanziaria” della moneta
governativa creata
dall'interazione fra il governo e i settori non- governativi.
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La
moneta governativa non è nient'altro
che è un Io-Ti-Devo del governo sovrano,
che vi promette di pagarvi 10 $ per ogni 10 $ che gli
consegnate.
Tutta
la spesa pubblica avviene mediante lo stesso
processo:
- i conti di riserva che le banche commerciali
detengono presso la Banca Centrale sono accreditati
in moneta governativa (= viene creato un Io-ti-Devo). Ecco perché
le affermazioni circa lo “stampare moneta” denotano
una enorme ignoranza.
- Il
contrario avviene quando vengono pagate le tasse:
le riserve vengono addebitate in moneta governativa e vengono drenate
attività dal sistema (= un Io-Ti-Devo viene distrutto).
Tenetelo bene a mente.
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La
moneta governativa entra nell'economia tramite le cosiddette transazioni
verticali: entra nel sistema tramite la spesa pubblica
ed esce attraverso la tassazione. Quando il governo
si trova in deficit di bilancio, questo vuol dire che
entrano nel sistema bancario delle attività finanziarie
nette. La politica fiscale, pertanto, influenza l'offerta
di
moneta emessa dallo Stato.
Anche
la Banca Centrale crea e distrugge la
moneta emessa dallo Stato tramite le sue
interazioni con le banche commerciali, programmate per
assicurare che le posizioni in riserve siano commisurate
al tasso d'interesse che è l'obiettivo desiderato
dalla Banca Centrale.
La
moneta governativa può essere anche creata o distrutta in altri
modi, incluse le transazioni con l'estero e le vendite
d'oro.
Ciò
che è fondamentale comprendere è che la
somma complessiva accumulatasi nelle transazioni verticali
si riflette in senso contabile nella quantità
di ricchezza detenuta dal settore privato (non-governativo).
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Quando
il governo si trova in deficit, ciò significa
che c'è un corrispondente ammontare di ricchezza
nel settore privato (non-governativo) e viceversa.
I surplus di bilancio, quindi, costringono il settore
privato a diminuire la ricchezza che aveva accumulato
nei deficit precedenti.
Al
contrario, tutte le transazioni esistenti a livello
privato (non-governativo) si compensano: si “sommano
a zero”.
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Questo
poiché per ogni attività che viene creata,
esiste una corrispondente passività. Perciò
l'espansione di credito si somma sempre a zero! Cerchiamo
di capire meglio perché.
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MONETA
CREATA DALLE BANCHE: LE TRANSAZIONI "ORIZZONTALI"
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Chiameremo
dunque il processo di creazione del credito livello
“orizzontale” di analisi, per distinguerlo dalle
transazioni verticali che descrivono la relazione tra
i settori governativo e non-governativo.
Le
transazioni verticali introducono la moneta nell'economia,
mentre le transazioni orizzontali fanno “leva finanziaria”
su questa componente verticale.
Quindi
le banche, con la cosiddetta creazione del credito,
fanno semplicemente leva finanziaria della
moneta creata dalle transazioni verticali, perché
quando una banca emette una passività, essa può
essere prontamente scambiata su richiesta con della
moneta governativa.
Quando
una banca eroga un prestito denominato in $, essa crea
simultaneamente un deposito di eguale consistenza denominato
in $. Perciò, essa acquista un'attività
(l'Io-Ti-Devo del beneficiario del prestito) e crea
un deposito (una passività per la banca). Dal
punto di vista di chi chiede il prestito è l'opposto:
l'Io-Ti-Devo è una passività e il deposito
è un'attività (denaro).
La
banca opera in questo modo con l'aspettativa che il
richiedente domandi
moneta governativa (cioè ritiri dal deposito)
e la spenda. Questa spesa modifica la distribuzione
delle riserve fra le banche. Queste passività
bancarie (i depositi) diventano “moneta” all'interno
del settore privato; ma, come potete notare, non
è stata creata alcuna ricchezza al netto.
In
quest'ottica, la moneta non è né una
merce (come ad esempio l'oro coniato), né
è “fiat” (un'attività priva di corrispondente
passività).
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Solo
le transazioni verticali creano/distruggono attività
che non hanno passività corrispondenti.
Ma
cosa conferisce all'unità di conto scelta dal
governo questo primato? Perché tutte le banche
ed i consumatori la domandano? La
risposta è semplice: la moneta di Stato viene domandata
perché il governo consentirà di pagare
le tasse solo con essa.
E'
la
spesa pubblica, quindi, che fornisce i fondi che ci
consentono di pagare le tasse! Esattamente al
contrario di ciò che crede la maggior parte
delle persone.
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L'unico modo in cui possiamo detenere fondi in quell'unità
di conto è offrire beni e servizi al governo,
in cambio della sua spesa. Ecco perché siamo
tutti ansiosi di offrire beni e servizi in cambio della
spesa pubblica: perché così possiamo detenere la
valuta di Stato.
Perciò,
l'attività di creazione di moneta privata, che
è centrale per molti modelli monetari progressisti,
manca di evidenziare un punto essenziale, ovvero che
la creazione del credito non è altro che una
leva finanziaria della
moneta governativa; ed è accettata per
compensare passività private (= ripagare prestiti)
solo poiché è l'unico veicolo possibile
per estinguere le passività fiscali che ognuno di
noi contrae con lo Stato (= pagare le tasse).
(1) Moneta "fiat"
= moneta cartacea non convertibile, priva di controvalore in oro o in altro bene di riferimento, accettata come mezzo di pagamento solo in quanto dichiarata a corso legale (detto anche forzoso) dallo Stato che la emette, indipendentemente dal suo valore intrinseco.
Le
caratteristiche di una moneta "fiat" sono
le seguenti:
a) è sovrana (di proprietà
dello Stato);
b) non è convertibile (lo Stato
non s'impegna a convertirla in qualcos'altro, come l’oro);
c) è fluttuante (la valuta è scambiata
con altre ad un tasso di cambio variabile, non fisso);
(2)
ad un tasso proporzionalmente correlato al prodotto
dei tassi previsionali per i requisiti di adeguatezza
del capitale e della percentuale di guadagni trattenuti
disponibili per essere prestati ad interesse.
Fonti:
Il moltiplicatore monetario ed altri miti
di William F. Mitchell, Dipartimento di Economia, University
of Newcastle Center of Full Employment and Equity (CofFEE);
link:
http://economiapericittadini.it/article159.
Graziani,
A. (1990) The Theory of the Monetary Circuit,“Economies
et Societes”.
Mosler,
W.B. and Forstater, M. (2002) A General Analytical
Framework for the Analysis of Currencies and Other Commodities.
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