A CHI DOBBIAMO I SOLDI?

 

A chi dobbiamo questo denaro? In altre parole, com'è composto il debito pubblico italiano?

Oggi, in seguito alla "cura Monti", tale debito ha sfondato abbondantemente il tetto dei 2.000 miliardi (2.014 per l'esattezza nel dicembre del 2012), che corrispondono a 82.192 euro di debito per ogni famiglia italiana: ma andiamo a vedere come stavano le cose fino a pochi mesi fa (agosto del 2011), quando, ai tempi del deprecato governo Berlusconi, il debito pubblico era di "soli" 1.577 miliardi:

 
 

 

Come potete vedere dal grafico sopra, a quell'epoca il grosso del debito era stato contratto soprattutto con banche (d'Italia ed estere, commerciali e finanziarie), ma anche con assicurazioni e investitori stranieri, che avevano aperto conti nel Tesoro con i titoli di Stato. Solo un misero 6% era dovuto ai risparmiatori italiani.

Come afferma infatti Loretta Napoleoni, "non dobbiamo dimenticare che con l'introduzione dell'Euro sparì il rischio di svalutazione della moneta italiana, poiché moneta unica. E dunque ci fu una grossa presenza delle banche straniere in Italia per quanto riguarda la vendita del credito, sia per quanto riguarda il credito agli individui e alle società, ma anche e soprattutto per quanto riguarda la sottoscrizione del debito pubblico. Basti vedere che la presenza delle banche straniere nel debito italiano aumenta progressivamente dal 1999 fino al 2010 e passa da un 30%, fino al 60%. Nel 2012, dunque, il 60% dell'indebitamento italiano era nelle mani delle banche straniere. A quel punto scoppia la crisi del debito sovrano."

Attenzione, però! Che succede a questo punto?

"Succede che queste banche progressivamente riducono la percentuale di debito pubblico dei paesi della periferia che hanno nel loro portafoglio. E oggi le banche tedesche hanno una percentuale del 30% del debito italiano. Chi è che ha comprato questo debito pubblico (perché è chiaro che questo debito pubblico ha continuato a crescere e quindi l'Italia ha continuato a fare delle aste)? Le banche italiane, che sono passate da una percentuale nel 2010 intorno al 30/35% a una percentuale altre il 60%. L'obiettivo non detto è quello di riuscire a fare sì che le banche italiane riescano a sostenere in toto il debito pubblico italiano."

A quale scopo? Semplice: "se l'Italia si troverà al centro di una grave crisi in cui dovrà fare un default, chi pagherà quel default saremo noi."

Questa la situazione a marzo del 2012:

 

 

Nel frattempo la situazione è ulteriormente cambiata, ed ora, secondo stime recenti, il nostro "debito pubblico" è posseduto al 70% circa da investitori italiani. E' questo il motivo per cui appare assolutamente sconsigliabile l'ipotesi di "ristrutturazione del debito" caldeggiata da Beppe Grillo, che si tradurrebbe in un danno enorme per i cittadini italiani. L'intera questione è stata chiarita da noi qui.

Comunque stiano le cose, il nostro debito era quasi tutto debito monetario ed era una diretta conseguenza della nostra mancanza di moneta di proprietà (sovranità monetaria), che ci costringe a chiedere il denaro in prestito alle banche ed agli speculatori.

Quello che ci manda in passivo, e crea così il debito pubblico, sono gli interessi che dobbiamo pagare, e questi interessi sono dovuti proprio al fatto che l'Italia non ha più la sovranità monetaria e deve quindi prendere in prestito gli euro sui mercati dei capitali, i quali ovviamente decidono i tassi d’interesse a loro esclusivo vantaggio.

Quindi, per poter pagare gli interessi sul debito pubblico, il governo dovrà aumentare ancor di più il surplus di bilancio che già abbiamo, cioè dovrà tassarci molto di più di quanto già ci tassi oggi. E via così, in una spirale sempre crescente di impoverimento.

Già oggi siamo in una condizione di automatico impoverimento (appunto perché il surplus che già abbiamo significa che lo Stato toglie dai nostri conti correnti più di quanto vi versa), ma da qui in avanti l’automatismo di impoverimento si decuplicherà. E tutto questo solo perché oggi, con l'euro non sovrano, lo Stato non può emettere denaro, ma solo prenderlo in prestito dall’esterno. E per pagare quegli interessi sul debito pubblico il Tesoro è costretto a venire a batter cassa da noi, che di denaro ne abbiamo (e ne avremo) sempre di meno.

Ora pensate a questo: se l’Italia avesse avuto in questi ultimi anni la propria moneta sovrana, avrebbe potuto innanzi tutto evitare di creare un surplus di bilancio primario, e quindi per anni ci avrebbe tassati di meno di quanto spendeva per noi cittadini, e saremmo tutti più ricchi e protetti. E in secondo luogo, oggi se ne infischierebbe del debito e dei suoi interessi, esattamente come se ne infischia il Giappone, che ha un debito doppio del nostro, ma ha lo Yen sovrano.