I COSTI DELLA "CASTA" RISPETTO A QUELLI DEL "PIU' EUROPA"

di Daniele Della Bona
 

La Banca d’Italia ha aggiornato il conto sul denaro che i contribuenti italiani continuano a versare nelle casse dello Stato per contribuire al Fondo Salva Stati (la sigla utilizzata è EFSF che sta per European Financial Stability Facility) e al suo erede, il Meccanismo di Stabilità  Europea (la sigla è ESM, ossia European Stability Mechanism).

Questi soldi, come avevo già  spiegato tempo fa in questo articolo, servono sostanzialmente a prendere denaro dalle tasche dei cittadini per trasferirlo nelle casse dello Stato; dalle casse dello Stato finiscono in quelle delle istituzioni europee sovranazionali create per "salvare" gli Stati in difficoltà  (EFSF e MES appunto). Da questi organismi, i fondi vengono poi trasferiti ai paesi in difficoltà  (Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna, Cipro), in modo che questi paesi possano così ripagare i propri debiti (per lo più privati, non pubblici!) e restituire i soldi ai loro creditori. E chi sono i loro creditori? In primis, banche tedesche e francesi che, da un lato, hanno acquistato i titoli di Stato dei paesi della periferia; dall’altro, soprattutto, hanno prestato soldi a famiglie, aziende e banche del sud Europa, facendo così aumentare il debito privato verso l'estero di questi paesi.

Ecco cos’è in pratica l’austerità , ecco a cosa servono i sacrifici che continuano a chiederci.

Il conto (secondo i dati della Banca d’Italia, p. 18) ammonta a 50 miliardi e 839 milioni di euro! E ovviamente il tassametro corre (considerando che l’Italia ha firmato anche il “Fiscal compact” e continuerà  a contribuire al MES):

 

 

Ora, senza voler entrare troppo nel tecnico, vorrei invitare tutti a ragionare su una cosa: i numeri.

Nel solo 2012, se si mettono a confronto i numeri della cosiddetta casta e quelli relativi ai costi del “Più Europa” (tanto caro a sinistra) questo è ciò che emerge (e ripeto solo per il 2012):

 

E forse così si capisce meglio dove voglio arrivare:

 

 

Questo non per sollevare un’intera classe politica dalla responsabilità  delle proprie scelte, che è enorme (dal momento che nessun movimento politico è mai stato veramente critico rispetto all’adesione all’Unione Monetaria e all’Euro), ma semplicemente per dire che i veri costi della politica sono le scelte sbagliate. L’adesione alla moneta unica prima e l’odierna difesa a oltranza della nostra permanenza ne sono l’emblema più evidente.

 


 

Fonte:

Daniele Della Bona, "I veri costi della politica"

http://memmttoscana.wordpress.com/2013/09/06/i-veri-costi-della-politica/