La sovranità di uno Stato è un
bene irrinunciabile: è il pilastro dell'identità stessa di un popolo.
Proponiamo
a tutte le forze sovraniste di unirci urgentemente in
una rete e formare un coordinamento per la costituzione
di una lista elettorale e la redazione di un programma
da presentare alle prossime elezioni europee.
L'urgenza
deriva dalla situazione economica ed occupazionale in
netto peggioramento, ma anche dalla situazione politica,
che vede un disastroso governo delle "lunghe attese"
unito nel segno del PUD€ ed una opposizione 5 stelle
ondivaga e priva di un programma economico degno di
questo nome.
Dobbiamo
riportare in primo piano il tema della disoccupazione,
che consideriamo un vero e proprio crimine contro l’umanità
ed un attentato ai fondamenti stessi della nostra Costituzione.
L'Italia,
da quando è entrata nell'euro, non è più
una "repubblica democratica fondata sul lavoro".
Il
lavoro mancante deve essere CREATO per mandato costituzionale
dallo Stato come "datore di lavoro di ultima istanza"
complementare all'offerta di lavoro del settore privato.
Non chiediamo sussidi di disoccupazione o redditi di
cittadinanza, ma LAVORO vero, che crei ricchezza sociale
e che ripaghi in quel modo i salari che lo Stato anticipa
stampando il denaro necessario.
Per
realizzare questo programma è ovviamente necessaria
una moneta sovrana che possa essere spesa a deficit
senza veti europei: si deve quindi uscire dall’euro.
L’uscita
dall’euro è il terreno della sfida che attende
tutti gli Italiani che vogliono salvare se stessi e
il proprio Paese: senza lasciare spazi o margini
a forze anticostituzionali (vedi articolo 3 della
Costituzione) e senza riproporre steccati ideologici
anacronistici.
Dobbiamo
costruire un'uscita dall'euro che sia a vantaggio dei
lavoratori, dei disoccupati e delle imprese, a difesa
dei loro diritti, di una crescita sostenibile, equa
e solidale, e non delle banche, delle multinazionali
o dei poteri finanziari. Per questo sarà necessario
creare inizialmente una struttura politica e di coordinamento
capace di blindare il progetto verso chi desidera incanalarlo
nell’alveo di qualche partito o coalizione o verso coloro
che lo considerano in termini di palcoscenico per portare
acqua al proprio mulino.
Serietà
e rigore saranno garanti della rete sovranista.
La
rete lira condanna inoltre ogni forma di violenza fisica
e verbale, invita alla tolleranza ed alla gentilezza
ed a condurre le proprie azioni politiche con senso
civico nel rispetto dei diritti altrui.
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1) Ripristino
dei princìpi costituzionali originari che sanciscono la Sovranità Popolare e disciplinano la tutela del lavoro e del welfare.
In particolare vanno riportati in primo piano gli art. 1, 4, 32,
33, 35, 36 e 38:
Art. 1: L’Italia è una
Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo,
che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 4: La Repubblica
riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che
rendano effettivo questo diritto.
Art. 32: La
Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e
interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Art. 33: La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce
scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di
istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
Art. 35: La
Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la
formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce
gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i
diritti del lavoro.
Art. 36: Il
lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità
del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia
un’esistenza libera e dignitosa.
Art. 38: I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi
adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità
e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
2) Ritorno
alla sovranità monetaria: nuova lira.
Il sistema dell'euro fa dipendere il
finanziamento del settore pubblico dall'emissione dei Titoli di Stato, oltre
che dalla tassazione, rendendo inevitabile l'indebitamento nei confronti di
gruppi finanziari privati, che in tal modo tengono sotto scacco i governi
nazionali. Lo Stato italiano ha da tempo un avanzo primario, cioè incassa più
denaro di quanto ne spenda per i cittadini, e tuttavia ha un deficit di
bilancio pubblico sempre crescente a causa degli interessi passivi sul debito
dovuto alla vendita dei Titoli di Stato. Pertanto:
- Lo Stato
italiano deve tornare ad emettere la propria moneta, non convertibile e
con cambio flessibile rispetto alle altre valute, in modo da tornare
all'utilizzo del tasso di cambio come strumento di politica economica per
supportare il raggiungimento degli obiettivi di politica economica
nazionali descritti nei punti successivi.
- Va
rigettato il principio del "pareggio di bilancio" introdotto
nell'art. 81 ed in altri articoli della nostra Costituzione: lo Stato deve essere libero di
perseguire politiche di spesa in deficit, quando necessario per il
raggiungimento e successivo mantenimento dell'obiettivo della piena
occupazione, in coordinamento con la politica monetaria perseguita dalla
Banca Centrale.
- Va
ripristinata la situazione pre-divorzio del 1981 fra Banca Centrale e
Ministero del Tesoro, il che significa nazionalizzare la Banca d'Italia.
- Va
prevista la reintroduzione della legge sulla separazione bancaria, che
separi banche commerciali e banche d'affari e speculazione, per tutelare i
risparmi dei cittadini e l’esigenza di credito da parte delle imprese che
operano nell'economia reale, con minore flessibilità per la speculazione
finanziaria.
3) Uscita da
UE e unione monetaria e ridefinizione dei trattati internazionali.
Rifiutiamo i
princìpi di scarsità della moneta e di minimizzazione dell’intervento dello
Stato nell’economia su cui sono basati i parametri di Maastricht, il Fiscal Compact,
il Meccanismo Economico di Stabilità e le linee di politica economica stabilite
dai Trattati europei. Non riteniamo sussistano al momento le condizioni per
riformare l'attuale Unione Europea. Va pertanto considerata assoluta e
prioritaria la necessità di recedere dai Trattati e dall'Eurozona.
Giudichiamo
necessario che le nazioni e i popoli europei riacquistino la propria sovranità
monetaria ed economica, come precondizione per la nascita di un'Europa dei
popoli basata sulla collaborazione in condizioni di reciprocità.
4)
Ridenominazione dei debiti.
Ai debiti si
applicheranno gli articoli 1277 e 1278 del Codice Civile. I debiti contratti in
Italia (a prescindere se con controparte estera o italiana) verranno convertiti
in lire, con tasso di cambio 1:1. I debiti contratti all'estero rimarranno in
euro in caso di sopravvivenza della moneta unica europea, altrimenti verranno
denominati nella nuova valuta dello Stato, salvo differenti accordi o
rinegoziazioni bilaterali.
5) Avvio
immediato di un piano di opere pubbliche per il raggiungimento della piena
occupazione.
Mediante la
spesa in deficit lo Stato deve promuovere programmi di lavoro allo scopo di
raggiungere l’obiettivo della Piena Occupazione. In questi anni di austerità e
tagli, il patrimonio pubblico, le infrastrutture e i servizi fondamentali, sono
andati incontro ad un costante degrado. Il primo obiettivo sarà quindi un piano
di opere pubbliche di risanamento su tutto il territorio nazionale, che
risponda alle legittime aspettative della popolazione e che riguardi scuola,
sanità, ricerca, ambiente, energie rinnovabili, patrimonio storico e artistico,
turismo, territorio, diritti, efficienza della macchina statale, banda larga
eccetera, in cui lo Stato interverrà anche come "datore di lavoro di ultima
istanza".
6) Fiscalità
equa.
Consideriamo
l’attuale regime fiscale insostenibile e oppressivo. Una volta riottenuta la
sovranità monetaria, al fine di rilanciare l’occupazione, gli investimenti e la
domanda interna, proponiamo una cospicua riduzione di tutte le imposte sui
fattori di produzione, dal lavoro alle imprese (cuneo fiscale) dato che, come
l’attuale situazione dimostra, una politica favorevole alla crescita rimane
l’unico modo per aumentare le entrate statali. Nel contempo riteniamo giusto
promuovere una seria lotta all'evasione fiscale e contributiva.
7) Tutela delle aziende e
delle istituzioni nazionali di interesse pubblico.
Si procederà in direzione
esattamente opposta a quella delle "privatizzazioni". Nello specifico
riteniamo necessario:
- provvedere alla tutela di tutte le
aziende nazionali operanti in settori strategici e/o di interesse
pubblico: acqua, energia, trasporti, raccolta e smaltimento rifiuti,
telecomunicazioni, istruzione, sanità, ricerca eccetera;
- riesaminare e correggere tutte le
modifiche e le riforme apportate al sistema scolastico e della pubblica
sanità, nell'ottica di perseguire gli obiettivi primari dei servizi
di pubblica utilità sanciti dagli articoli 32 e 33 della
Costituzione; in particolare:
- restituire un ruolo
centrale all'istruzione pubblica, oggi privata di qualsiasi
seria valenza culturale, orientata verso le richieste del mercato e
ridotta a luogo di "educazione" alla sottomissione nei
confronti dell’impresa neoliberista. Esprimiamo ferma opposizione nei
confronti di tale deriva aziendalista della scuola e proponiamo
l’abolizione dell’art. 21 della legge Bassanini, che istituisce
l’autonomia e la parità scolastica. Ribadiamo che la funzione
dell'istruzione pubblica non è la formazione di consumatori, ma l’educazione
di uomini e cittadini liberi.
8) Meccanismi
di protezione per i redditi fissi.
Sarà
necessario prevedere una misura protezionistica una tantum per i redditi fissi,
per arrivare poi alla riattivazione di meccanismi d’indicizzazione simili alla "scala
mobile", con recupero a partire da un tasso di inflazione programmato, a
protezione dei salari ed a tutela del reddito delle fasce meno abbienti.
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La
presentazione della lista sovranista alle europee non
ha lo scopo di conquistare seggi nel Parlamento europeo,
che consideriamo una istituzione inutile in quanto priva
di potere decisionale, ma ha lo scopo principale di
avere una tribuna per diffondere il pensiero critico
sovranista e per realizzare territorialmente e
nazionalmente tutto quanto possibile nell’ottica
sovranista.
Per
quanto riguarda la tempistica e le modalità suggeriamo:
- entro
novembre convention gestita dal Coordinamento,
in cui verrà presentato il programma ufficiale
ed uno Statuto della organizzazione discussi in itinere
dalla rete, dando il via alle iscrizioni;
- congresso
dei delegati delle varie regioni entro febbraio 2014,
dove avverrà la votazione definitiva della lista
e del programma.
Dati
i limiti attuali della democrazia diretta in rete, le
decisioni importanti dovranno essere prese in riunioni
reali.
Si ringraziano i gruppi
Epic, ARS, Reimpresa, Economia 5 Stelle ed Economia 5 Stelle Revenge per gli spunti suggeriti,
ed il gruppo e Sovranità e Democrazia per il
fattivo contributo alla stesura del presente documento.
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