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Alberto Bagnai e Marco Cattaneo a confronto sui CCF

(Certificati di Credito Fiscali)

 

 

Alberto Bagnai, economista e docente all’Università di Pescara, redattore di un blog di successo – Goofynomics – che spiega le cause macroeconomiche dell’inefficienza dell’euro e i problemi conseguenti, richiesto da un lettore, ha fornito (8/2/2013) la seguente opinione in merito ai Certificati di Credito Fiscale proposti da Marco Cattaneo:

 

“La contraddizione è ovvia. Qualsiasi persona veda nella "creazionedimonetasovranadentrol'euro" la soluzione semplicemente non ha capito che la causa della crisi è nel debito estero, e quindi nel rapporto di cambio fra le moneta italiana e le altre monete dell'Eurozona (e non solo), o non ne trae le corrette conseguenze. Mi spiego: qualsiasi cosa faccia ripartire, con una bacchetta magica, la nostra economia, mantenendo il cambio Italia-Germania fisso non fa che aumentare le nostre importazioni dal Nord, e quindi peggiorare la nostra situazione (rendendo necessaria ulteriore austerità). Questo vale anche per la proposta del volenteroso autore, la quale, come tutti vedono, è asimmetrica, perché renderebbe più convenienti i prodotti italiani (abbattendo il costo del lavoro in Italia con una politica di dumping sostanzialmente analoga negli effetti alla riforma Hartz), ma non renderebbe più costosi i beni tedeschi. Una svalutazione del cambio, invece, come i dilettanti spesso non capiscono, ha come PRIMO effetto quello di rendere più costosi i prodotti esteri, e quindi di attuare una import substitution, e come SECONDO effetto quello di rendere meno costosi i prodotti interni (e questo è l'unico effetto che avrebbe la svalutazione fiscale finanziata con "moneta" di cui parla l'autore). L'effetto sulla competitività (cioè sul rapporto fra i prezzi) è quindi doppio: diminuisce il numeratore, aumenta il denominatore.
Sentite, vi spiego una cosa: gli uomini usano monete da alcuni millenni, e da altrettanti millenni le svalutano se è necessario. Poi suppongo che anche all'epoca di Hamurrabi ci sia stato un commercialista che ha fatto proposte alternative. Ma nessuno lo ha preso sul serio, forse perché non c'erano i blog...”

 

Questo giudizio è stato contestato da Marco Cattaneo; riportiamo per intero la sua contestazione:

 

Bagnai:    “Come i dilettanti spesso non capiscono…”

Cattaneo: Bagnai, ricercatore e docente universitario, è un professionista. Io, che mi occupo dal 1985 di finanza aziendale e investimenti, anche (s’ils vous plait).
Tra l’altro nel 1992 ho vissuto la crisi dello SME in qualità di membro del comitato di direzione finanziaria di un gruppo industriale che fatturava 20.000 miliardi (di lire, bei tempi…) e il cui fatturato e indebitamento era per il 70% denominato in valuta estera. Come dire, qualcosa in materia di competitività industriale e sostenibilità del debito estero ho imparato. Sul campo oltre che sui testi, diciamo. Bagnai è un professionista, ma anche ai professionisti capita di peccare di superficialità.

Bagnai:    “La causa della crisi è nel debito estero, e quindi nel rapporto di cambio fra le moneta italiana e le altre monete dell'Eurozona (e non solo)”.

Cattaneo: Come no. Ma il debito estero si accumula e diventa insostenibile perché il mancato riallineamento dei cambi impedisce ai costi produttivi interni, di cui il principale è il costo del lavoro per unità di prodotto, di tornare a livelli equilibrati tra i vari paesi. Cosa che i Certificati di Credito Fiscale, per un’altra via, ottengono.

Bagnai:    “Qualsiasi cosa faccia ripartire, con una bacchetta magica, la nostra economia, mantenendo il cambio Italia-Germania fisso non fa che aumentare le nostre importazioni dal Nord, e quindi peggiorare la nostra situazione (rendendo necessaria ulteriore austerità).”

Cattaneo: E perché, se aumenta il mio potere d’acquisto interno (quindi importo di più) ma il mio export è nello stesso tempo più competitivo (quindi esporto anche di più) ?

Bagnai:    “Una svalutazione del cambio, invece, come i dilettanti spesso non capiscono, ha come PRIMO effetto quello di rendere più costosi i prodotti esteri, e quindi di attuare una import substitution, e come SECONDO effetto quello di rendere meno costosi i prodotti interni (e questo è l'unico effetto che avrebbe la svalutazione fiscale finanziata con "moneta" di cui parla l'autore).”

Cattaneo: Ma la svalutazione del cambio ha anche l’effetto di rendere più costose le materie prime e gli input produttivi importati. C’è quindi una serie di effetti, il cui saldo netto è sicuramente positivo, ma che non vanno tutti nella stessa direzione:

- riallineamento del cambio: import di prodotti finiti meno concorrenziale, export di nostri prodotti finiti più competitivo, materie prime più care;

- progetto Certificati di Credito Fiscale: export di nostri prodotti finiti più competitivo, non c’è differenza sulla competitività degli import di prodotti finiti ma neanche il danno di pagare di più le materie prime.

E’ chiaro quindi che i due scenari non sono IDENTICI, ma sono ENTRAMBI IN GRADO di produrre un riallineamento di competitività che riporta il sistema in equilibrio.
Anche ai professionisti capita di peccare di superficialità, dicevo. Se una persona competente come Bagnai legge una proposta un po’ di fretta (solo le parole in posizione dispari divisibile per sette, diciamo) gli può succedere di infilare tre sfondoni in venti righe. Pazienza. Invito a una rilettura più attenta. E anche a ricordare che un problema, un grosso problema – l’inefficienza del sistema monetario europeo – può avere più di una soluzione. Proposta da Marco Cattaneo, dal commercialista di Hamurrabi, da qualcun altro ancora. L’essenziale è capirle prima, e giudicarle poi.

 


 

Fonte:
http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/2013/02/ahi-ahi-bagnai-che-bella-serie-di.html?m=0