7.
LA
TESI
ALCHEMICA
Delusi
dall'ipotesi
graaliana,
che
si
è
rivelata
in
troppi
punti
insoddisfacente
o
inverosimile,
ripieghiamo
sulla
tesi
alchemica,
nella
speranza
che
risulti
più
convincente.
Come
sappiamo,
Franco
Baldini
è
persuaso
che
il
primo
dipinto
di
Poussin,
come
pure
quello
del
Guercino, si
riferisca
ad
un
brano
di
Erodoto
che
allude
al
ritrovamento
della
tomba
di
Oreste
a
Tegea
in
Arcadia;
tale
brano,
ed
a
maggior
ragione
il
dipinto,
sarebbero
da
intendere
in
senso
allegorico
ed
alluderebbero
alla
prima
fase
alchemica
della
Grande
Opera,
conosciuta
come
Nigredo.
Proseguendo
per
questa
strada,
Baldini
osserva
che,
se Poussin ritorna
su
un
tema
già
trattato
dieci
anni
prima,
evidentemente
ha qualcosa da aggiungere al discorso.
A
suo
parere
il
pittore
"corregge
il
tiro",
dopo
avere
scoperto
che
la tradizione
cui si riferiva non era nata in Arcadia, bensì nell'antico Egitto.
Ancora
una
volta
egli
fa
riferimento
ad
un
brano
tratto dalle
Storie di Erodoto
(II 170 -171);
conosciamo
già
la
seconda
parte
del
brano,
quella
che
racconta
l'arrivo
delle
Danaidi
nel
Peloponneso,
l'introduzione
del
culto
della
dea-madre
in
Grecia
da
parte
loro
ed
il
successivo
rifiuto
di
tale
culto
da
parte
dei
Dori,
che
costrinse
gli
adepti
a
rifugiarsi
proprio
in
Arcadia,
l'unica
regione
che
diede
loro
ricetto
e
che
fece
propri
i
misteri
di
questa
religione
matriarcale.
Abbiamo
già
detto
anche
che
secondo
autorevoli
studiosi
del
mito,
fra
cui
Robert
Graves,
la
storia delle
Danaidi
alluderebbe
all'arrivo
in
Grecia
di
genti
provenienti
dalla
Palestina,
per
cui
non
manca
chi
ritiene
che
Danao
figlio
di
Belo
adombri
in
realtà
la
tribù
di
Beniamino,
convertita
al
culto
di
Baal
e profuga
da
Israele.
Ora
però
c'interessa
soprattutto
la
prima
parte
del
brano
di
Erodoto:
Ritratto
di
Erodoto
Εἰσὶ δὲ καὶ αἱ ταφαὶ τοῦ οὐκ ὅσιον ποιεῦμαι ἐπὶ τοιούτῳ πρήγματι ἐξαγορεύειν τοὔνομα ἐν Σάϊ, ἐν τῷ ἱρῷ τῆς Ἀθηναίης ὄπισθε τοῦ νηοῦ, παντὸς τοῦ τῆς Ἀθηναίης ἐχόμεναι τοίχου. Καὶ ἐν τῷ τεμένεϊ ὀβελοὶ ἑστᾶσι μεγάλοι λίθινοι, λίμνη τέ ἐστι ἐχομένη λιθίνῃ κρηπῖδι κεκοσμημένη [καὶ] ἐργασμένῃ εὖ κύκλῳ καὶ μέγαθος, ὡς ἐμοὶ ἐδόκεε, ὅση περ ἡ ἐν Δήλῳ ἡ τροχοειδὴς καλεομένη. Ἐν δὲ τῇ λίμνῃ ταύτῃ τὰ δείκηλα τῶν παθέων Αὐτοῦ νυκτὸς ποιεῦσι, τὰ καλέουσι
μυστήρια Αἰγύπτιοι. Περὶ μέν νυν τούτων εἰδότι μοι ἐπὶ
πλέον ὡς ἕκαστα αὐτῶν ἔχει, εὔστομα κείσθω. Καὶ τῆς Δήμητρος τελετῆς πέρι, τὴν οἱ Ἕλληνες Θεσμοφόρια καλέουσι, καὶ ταύτης μοι πέρι εὔστομα κείσθω, πλὴν ὅσον αὐτῆς ὁσίη ἐστὶ λέγειν· αἱ Δαναοῦ θυγατέρες ἦσαν αἱ τὴν τελετὴν ταύτην ἐξ Αἰγύπτου ἐξαγαγοῦσαι καὶ διδάξασαι τὰς Πελασγιώτιδας γυναῖκας· μετὰ δὲ ἐξαναστάσης πάσης Πελοποννήσου ὑπὸ Δωριέων ἐξαπώλετο ἡ τελετή, οἱ δὲ ὑπολειφθέντες Πελοποννησίων καὶ οὐκ ἐξαναστάντες Ἀρκάδες διέσῳζον αὐτὴν μοῦνοι.
Anche la tomba di colui che non considero pio nominare
in tale circostanza si trova a Sais, nel santuario di Atena, alle spalle
del tempio, contiguo a tutta la parete del tempio di Atena. E nel recinto
sacro ci sono grandi obelischi di pietra, e vicino c'è un lago ornato
da un margine di pietra ben costruito di forma circolare, e per dimensioni,
a quanto mi parve, grande quanto il lago chiamato Trocoide a Delo. Su questo lago celebrano di notte le rappresentazioni
della passione di lui, che gli Egiziani chiamano Misteri. Ma intorno ad
essi, pur conoscendo io con più esattezza come ciascun rito si svolge,
conserverò un religioso silenzio. Ed anche riguardo all'iniziazione
ai misteri di Demetra, che i Greci chiamano Tesmoforie, anche riguardo
a questo ch'io mantenga il silenzio, tranne per quanto di essa è
lecito dire. Le figlie di Danao furono quelle che portarono questa
cerimonia sacra dall'Egitto e la insegnarono alle donne pelasgiche; più
tardi poi, essendo stata tutta la popolazione del Peloponneso scacciata
dai Dori, il rito andò perduto, e solo quelli dei Peloponnesiaci
che rimasero superstiti e che non si trasferirono, gli Arcadi, lo conservarono.
C'è dunque
un capitolo preliminare alla tradizione
arcadica, e questo capitolo, a detta di Erodoto, è egizio. Questo
sembrerebbe
contraddire l'ipotesi
di
coloro
che
vedono
nella
Palestina
il
punto
di
partenza
(o
forse
di
smistamento?)
di
questi
misteri.
All'epoca
di
Poussin,
afferma
Baldini,
"il
sincretismo alessandrino viene pienamente ripreso e - se possibile - ulteriormente
sviluppato: Oreste che muore per il morso di un serpente è Dioniso
sbranato dai Titani ed è Osiride ucciso da Seth. Nel secolo seguente
- come abbiamo detto, secolo massonico - tutti questi diversi eroi e dei
lasceranno il posto ad Hiram [il leggendario architetto capo della costruzione del Tempio di Re
Salomone,
N.d.R.]
il cui nome, curiosamente, in ebraico ha lo
stesso significato che quello di Oreste in greco: "colui che risiede in
alto"."
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