POUSSIN: LES BERGERS D'ARCADIE, 1639-40

 

 

Chi legge il dipinto in questo modo sembra interpretarlo alla luce dell'eresia mandea, sistema essenzialmente gnostico, tuttora esistente, che contrappone un dio supremo del Mondo del Bene e della Luce al mondo al principio del Male e delle tenebre, Ruha, creatore del mondo materiale abitato da demoni; l'uomo vive nel mondo delle tenebre, che però abbandona nel momento della morte. Come quasi tutte le sette gnostiche, i mandei separano il Gesù terreno dal Cristo spirituale, quello che fu battezzato la prima volta da Giovanni Battista nel Giordano, e considerano il Gesù terreno un malvagio impostore, che sarà smascherato alla fine dei tempi dall'angelo Anosh Uthrà, identificabile con l'Enoch biblico. Il vero profeta, per i mandei, è Giovanni Battista. Questa avversione per Cristo si adatterebbe alla perfezione alla pratica del calpestamento del crocifisso ricorrente tra i Templari, sospettati da molti di essere appunto eretici mandei, come pure Leonardo Da Vinci, che avrebbe lasciato traccia di questo suo credo in diversi dipinti, principalmente nella già citata Vergine delle Rocce del Louvre (non a caso rifiutata dai committenti).

Precisiamo subito che, con o senza il richiamo all'eresia mandea, questa tesi non ci convince affatto: a parte l'inverosimiglianza dell'insieme, essa lascia troppi punti oscuri. Solo per fare i primi esempi che ci vengono in mente:

- perché anche Gesù non ha la barba, dal momento che anche la sua iconografia tradizionale la prevede?

- Perché il presunto Giovanni Battista non ha più la corona di edera in testa? O meglio, perché prima l'aveva?

- Per quale motivo Gesù appare nettamente più giovane della Maddalena, come conferma anche il gesto materno di lei?

- Perché la fonte del fiume Alfeo si è prosciugata? E' un dettaglio tutt'altro che trascurabile, al quale non si è posta abbastanza attenzione, e Poussin lo mette in particolare rilievo indicando la crepa inaridita nel terreno attraverso la triangolazione dei piedi dei personaggi:

 

 

- Per quale motivo il tutto è idealmente inscrivibile in un pentagramma o in un esagramma, come vedremo in seguito?

- E per finire, perché Poussin, pittore eccellente, ha così maldestramente dipinto l'ombra proiettata dal braccio del pastore barbuto sulla tomba? Essa infatti non corrisponde affatto al gesto che il pastore sta compiendo:

 

 

Al di là dei dettagli, poi, c'è un problema di fondo che rende questa tesi assolutamente non convincente: ed è il fatto che la presunta Maddalena sembrerebbe consolare Gesù, afflitto per la sua morte, apparendogli in vesti regali, come proveniente da un altro mondo, o più precisamente come una creatura immortale, mentre Gesù appare come una creatura assolutamente umana, priva di attributi divini. Egli anzi sembra ritratto nell'attimo in cui, con sgomento, si volge verso di lei come per chiederle "Ci sei tu, qui dentro?"; e lei lo conforta come a volerlo rassicurare sulla sua immortalità.

Ora, anche a voler ammettere che la vicenda di Gesù sia stata ricostruita in modo alquanto diverso dai "rennologi", non è veramente un po' troppo presentare un Gesù umano, fragile ed impaurito, di fronte ad una Maddalena risorta e divina?

Per quale motivo una così radicale sottovalutazione della figura di Gesù, il cui ruolo appare sostanzialmente irrilevante?

E questi sono solo alcuni dei mille interrogativi che questo dipinto suscita e che rimangono senza risposta, rendendo la tesi Gesù-Maddalena, a mio parere, tanto affascinante quanto inconsistente, a prescindere dal fatto che, invece, la tomba raffigurata nel dipinto ci sembri proprio quella di Les Pontils, qualunque ne fosse il contenuto.