POUSSIN: LES BERGERS D'ARCADIE, 1639-40

 

 

Ora, se c'è una cosa evidente nel dipinto di Poussin è il fatto che, come abbiamo già osservato, i piedi dei tre personaggi sulla destra sono disposti in modo tale da suggerire un triangolo, addirittura "indicato" dal bastone del pastore vestito di rosso:

 

 

Proviamo ora a riportare il "triangolo sacro" (con i lati di 3, 4 e 5 unità) sull'immagine di Poussin, ruotandolo in modo da far coincidere i vertici con quelli suggeriti dalla triangolazione dei piedi dei tre personaggi di destra; ruotiamo il lato che vale 4 (il "principio femminile") verso la donna; il "principio maschile" (il lato che vale 3) sembrerebbe indicare o il pastore con la barba, oppure il sepolcro stesso e chi vi giace. Questa disposizione ci sembra la più logica, pur tenendo conto del fatto che il lato più corto nel dipinto di Poussin è in realtà quello che congiunge i piedi della donna e del pastore vestito di rosso; anche ruotando il triangolo in questo senso, però, la situazione cambia di poco, come si può vedere in questa figura.

 

 

 

Il risultato è piuttosto soprendente: attraverso il "triangolo perfettissimo", comunque lo si ruoti, Poussin sembra sottolineare uno dei punti-chiave del dipinto: la fonte essiccata. Essa è ulteriormente messa in rilievo dal fatto che la punta del bastone del pastore vestito di rosso coincide con il vertice dell'angolo retto ed indica proprio la crepa nel suolo. Sarebbe dunque di cruciale importanza comprenderne il significato, su cui non mi pare che i critici si siano interrogati abbastanza.

La presenza nel dipinto del triangolo sacro, intimamente connesso con la triade Iside-Osiride-Horus, renderebbe fra l'altro ancor più plausibile l'identificazione di Baldini, sebbene ci siamo detti poco convinti dalle conclusioni che egli ne trae.

Personalmente riteniamo che la chiave (o almeno una delle chiavi) d'interpretazione del dipinto sia proprio la fonte essiccata: crediamo che, finché non si farà luce sul suo significato, si continuerà a brancolare nel buio.

Tuttavia ci sembra lecito azzardare un'ipotesi: l'elemento della fonte inaridita potrebbe fare riferimento al delicatissimo momento di crisi  che precede il passaggio di testimone dai "pastori" ai "muratori" della Massoneria, secondo una tesi che abbiamo ritenuto piuttosto plausibile.

Siamo nel 1640, forse un po' troppo presto per parlare già di consegna del testimone (la Massoneria inizia ufficialmente il 24 giugno 1717); e tuttavia, come abbiamo visto nel capitolo dedicato alla storia dell'Arcadia, la fondazione dell'Accademia dell'Arcadia, avvenuta nel 1690, costituisce di fatto l'atto di morte della tradizione "pastorale" cinquecentesca: i pastori-custodi scompaiono, lasciando il posto ad innocue e futili "pastorellerie", mentre degli antichi tutori di ermetici segreti non sembra più rimanere traccia; contemporaneamente, però, nasce la Massoneria, i cui adepti non sono più custodi ("pastori") di qualche tradizione esoterica, ma costruttori o ricostruttori ("muratori") di qualcosa che, per insondabili motivi, si è perduto.

E' possibile immaginare che l'inaridimento della fonte alluda proprio al fatto che questo sapere occulto si è smarrito?

E' solo un'ipotesi, a nostro parere però degna di ulteriore approfondimento.

Tuttavia, ad ulteriore riprova di come si possano fornire dello stesso elemento spiegazioni diametralmente opposte, facciamo notare che esiste un responsorio per il Sabato Santo, cantato anche alla morte di Giovanni Paolo II, che potrebbe fornire una soluzione banale all'enigma della fonte: si tratta del responsorio intitolato Recessit pastor noster,  musicato ad esempio da Tomás Luis de Victoria tra il Cinque e il Seicento (la sua versione è ascoltabile qui) e nel 1611, pochi anni prima del dipinto di Poussin, da Carlo Gesualdo da Venosa; ne riporto il testo e la traduzione:

 

Recessit pastor noster, fons aquae vivae
ad cuius transitum sol obscuratus est:
Nam et ille captus est
qui captivum tenebat primum hominem;
hodie portas mortis et seras pariter
Salvator noster disrupit.
Destruxit quidem claustra inferni
et subvertit potentias diaboli.

Se n'è andato il nostro pastore, fonte di acqua viva
e al suo passaggio il sole si è oscurato:
infatti è stato fatto prigioniero anche lui
che teneva prigioniero il primo uomo;
oggi il nostro Salvatore ha spezzato
le porte della morte e anche le sue sbarre.
Egli ha distrutto le sale dell’inferno
ed ha rovesciato la potenza del diavolo.

 

La fonte essiccata potrebbe alludere proprio alla morte di Gesù: suo sarebbe dunque il sepolcro, e l'atteggiamento confortante del personaggio femminile (la Maddalena?) potrebbe alludere alla prossima resurrezione. Il dipinto sarebbe quindi suscettibile anche di un'interpretazione religiosa pienamente "ortodossa". Ma, come ripeto, occorrerebbe dedicare maggiore attenzione al problema.