GUERCINO, ET IN ARCADIA EGO

 

 

La tesi è affascinante, ma si scontra con una domanda senza risposta: è vero che Dagoberto II aveva un figlio?

Il dubbio è più che legittimo: infatti nessuna fonte storica conosce Sigiberto IV, e nemmeno sua madre, Giselle de Razès. Questo potrebbe significare due cose opposte: che il  segreto era stato mantenuto fin troppo bene, o che, semplicemente, il bambino e la madre non sono mai esistiti.

Se proviamo ad accostarci criticamente a questo problema, ci imbattiamo in una sorprendente divergenza di opinioni tra gli studiosi italiani e quelli stranieri, in particolare anglosassoni: infatti pressoché in tutti i siti italiani "ufficiali" (si veda ad esempio questo contributo dell'Università di Brescia) si dà per scontato che né il bambino né la madre siano esistiti, mentre in un sito inglese specializzato in alberi genealogici leggiamo quanto segue:
"Male: King of Austrasia
Dagobert Merovingian II. Dagobert was born in year 0652. He died, at the age of 27 years, on December 23rd, 0679. Female: Giselle de Razès. Giselle was born in year 0655 in France. She died, at the age of 21 years, in year 0676. Children: Female: Adela of Austrasia. Adela was born in year 0650. Male: Count Sigebert de Razes IV. Sigebert was born in year 0676. He died, at the age of 82 years, in year 0758."
Poiché non di opinioni si tratta, ma di fatti storici, qualcuno sta mentendo: ma, sulla base del pochissimo materiale che siamo riusciti a reperire sull'argomento, ci riesce difficile - per non dire impossibile - capire chi. Le acque sono state troppo intorbidate, le tracce, se mai ci sono state, sono scomparse, tutto è divenuto leggenda, come tale incontrollabile.

 

 

Presunto cranio di Dagoberto II

 

In che modo, dunque, il dipinto del Guercino si lega con tutto questo?

Secondo gli interpreti legati a questa teoria, in questo quadro siamo in presenza di almeno quattro elementi riconducibili alla tesi appena esposta:

1) i protagonisti sono dei pastori;

2) il dipinto è ambientato in Arcadia;

3) è presente un teschio con un buco (oltre tutto in prossimità dell'occhio);

4) Et in Arcadia Ego era, a quanto si dice, il motto del Priorato di Sion.

Una serie di coincidenze davvero impressionanti, se non fosse che,  osservando meglio, da vicino, il "buco" nel teschio...

ci accorgiamo che non è affatto un buco: è un moscone.

 

 

Cade così una delle ipotesi più intriganti che siano state messe in campo per spiegare il dipinto.

Tuttavia questo dettaglio potrebbe non essere decisivo: infatti, al di là dell'incontestabile fatto che si tratta di un moscone (dipinto fra l'altro con grande perizia), è pur vero che esso crea l'illusione ottica di un buco. La constatazione non è quindi di per sé sufficiente a sgomberare totalmente il campo da questa ipotesi, che trova ancora alcuni sostenitori: mediante il ricorso all'insetto, infatti, Guercino avrebbe potuto comunque alludere al cranio forato dei Merovingi, evocati proprio attraverso il riferimento al loro motto "Et in Arcadia Ego", posto al di sotto del teschio.