ALCUNE
DOMANDE
E'
evidente
che
il
dipinto
di
Poussin,
come
pure
i
due
che
lo
precedono,
si
colloca
in
una
prospettiva
che
presuppone
il
mito
(o
tòpos)
dei
pastori
d'Arcadia
come
qualcosa
di
già
consolidato.
Ora,
la
nostra
domanda
è:
quando
(e
dove,
e
da
chi)
ha
avuto
origine
questo
mito?
Su
questo
tema
ci
sembra
che
non
ci
si
sia
interrogati
abbastanza,
vuoi
per
disattenzione,
vuoi
per
una
caratteristica
sottovalutazione
del
problema,
legata
alla
diffusa
convinzione
che
le
"pastorellate"
sei-settecentesche
costituissero
in
fin
dei
conti
un
innocuo
passatempo
per
nobili
annoiati
dal
cervello
ammuffito, una
perdita
di
tempo tollerabile
per
noi
contemporanei
soltanto
in
virtù di certi
suoi
risvolti
artistico-letterari,
ai
quali
comunque
la
sensibilità
post-romantica
guarda
con
fastidio
e
sufficienza.
E
in
effetti,
che
problema
può
mai essere
quello
dei
"pastori
in
Arcadia"?
Al
di
là
dell'ambiguo
fascino
del dipinto
di
Poussin,
che
segreti
potranno
mai
celarsi
dietro
un
fenomeno
apparentemente
così
frivolo?
Henri
Gascar,
Ritratto
di
Jane
Myddleton
in
vesti
di pastorella,
1670
Spesso però
le
cose
non
stanno
come
sembrano:
gli
strani
misteri
collegati
all'Arcadia
del
Seicento,
i
segreti
di
cui
si
lascia
intendere che
siano
depositari
i
"pastori",
le
incredibili
vicende
antiche
e
moderne
legate
al
quadro
di
Poussin,
il
ricorrere
del
motto
Et
in
Arcadia
Ego
attraverso
i
secoli
in
relazione
a
sette
esoteriche,
tutto
insomma
lascia
intendere
che
siamo
di
fronte
ad
un
fenomeno
ben
più
complesso
di
quanto
non
appaia:
un
fenomeno
in
cui,
come
spesso
in
questi
casi,
la
facciata
innocente
e
rassicurante
sembra
costituire
un
efficace
depistaggio
rispetto
alle
attività
occulte
dei
sedicenti Arcadi,
e
nel
contempo, per
"coloro
che
sanno", un
contenitore di
simboli,
segnali e
messaggi in
codice
tramandati
di
secolo
in
secolo.
Ma,
come
ripetiamo,
a
nostro
parere
non
si
può
arrivare
a
nessuna
conclusione
se
non
si
chiarisce
prima
di
tutto la
radice
del
fenomeno,
se
non
si
comprende
cioè
chi
siano
in
realtà
gli
Arcadi, ammesso
che
si
tratti
di
una
setta
esoterica,
perché
abbiano
scelto
proprio
la
maschera
pastorale, quando
e
perché
tutto
ciò
sia
avvenuto.
In
sintesi,
le
domande
alle
quali
occorre
dare
risposta
sono
le
seguenti,
di
cui
alcune
complementari
ma
distinte:
1)
che
significa
il
motto
"Et
in
Arcadia
Ego"?
Dove
lo
troviamo
per
la
prima
volta?
Chi
lo
utilizzò
in
seguito,
e
con
quale
significato
e
valore?
2)
quando,
dove
e
perché
è
nata
la
metafora del
pastore
come
depositario
e
custode
di
un
sapere
occulto?
3)
chi e
perché
ha
imposto
l'Arcadia
come
regione-simbolo
del
sapere
occulto?
4)
in
che
cosa
consisteva il
sapere
occulto
degli
Arcadi?
5)
in
quale
opera
per
la
prima
volta
si
trova
la
metafora del
pastore-custode
associata
all'Arcadia?
6)
che
rapporto
c'è
fra
l'Arcadia
e
la
Massoneria?
La
prima
domanda,
che
dà
il
titolo
alla
nostra
ricerca,
costituisce
il
fulcro
dell'intera questione,
ed
è
quindi
quella
che
attende
immediata
risposta.
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