2.
PERCHE'
L'ARCADIA?
Chi e
perché
ha
imposto
l'Arcadia
come
regione-simbolo
del
sapere
occulto?
A
parere
di
Franco
Baldini,
che
si
è
occupato
in
modo
approfondito
dell'argomento, la
risposta
si
trova
in
Erodoto,
dal
quale
gli
esoteristi
cinquecenteschi
avrebbero
tratto ispirazione
per
il
loro
mascheramento
pastorale.
Infatti
lo
storico
greco,
grande
viaggiatore e cultore dell’Egitto mitico e misterioso, nonché sostenitore
dell’origine egizia delle Danaidi, attribuisce proprio a queste ultime,
esperte dei riti misterici di Iside, l’introduzione e la diffusione in
Argolide e tra le donne Pelasgiche di questo culto. Quando
Erodoto visitò l’Egitto, verso la metà del V secolo a.C., il paese era
già stato dominato dai Persiani, per cui gli abitanti per reazione alla
dominazione straniera, intensificarono le manifestazioni più marcate
della loro religione e in particolare la loro devozione verso Iside e
Osiride. Erodoto nelle sue Storie assimila Iside a Demetra e
Osiride a Dioniso per la quantità delle affinità delle rispettive
narrazioni mitiche. In Storie II, 4 egli scrive: "E mi guarderò anche dal parlare dei misteri
di Demetra, che i Greci chiamano Tesmoforie, se non per quanto mi sia lecito
dire: furono le figlie di Danao a introdurre in Grecia questa cerimonia
originaria dell'Egitto, insegnandola alle donne pelasgiche; poi, quando
l'intero Peloponneso fu sconvolto dai Dori, il rito scomparve; solo gli Arcadi,
unici superstiti delle popolazioni del Peloponneso, unici non dispersi, lo
tennero in vita."
Ispirandosi a
questa
notizia
erodotea,
gli
esoteristi del
Cinquecento,
per
non
correre
rischi
anche
gravi
specie
nell'età
della
Controriforma,
avrebbero
quindi
deciso
di
autoproclamarsi
Arcadi
per
tenere
in
vita
e
proteggere "nell'ombra",
come
gli
Arcadi
erodotei,
il
sapere
segreto
che
stava
loro
a
cuore:
e
cioè quello
ermetico-alchemico delle
cosiddette
accademie
neoplatoniche
sorte
a
Firenze
intorno
alla
corte
medicea
in
seguito
alla provvisoria riunificazione tra le Chiese d'Oriente e d'Occidente del
1438
e
alla diaspora di intellettuali bizantini dopo la
presa
di
Costantinopoli
del
1453;
l'Accademia
neoplatonica
fu
fondata a Firenze nel 1459 da Marsilio Ficino per incarico di Cosimo de' Medici,
e
fu
proprio
Marsilio
Ficino
nel
1460
a
tradurre
dal
greco il
Corpus
Hermeticum,
in
precedenza
sconosciuto
in
Occidente,
ricevendone
in
premio
la
villa
di
Careggi.
La
Villa
di
Careggi,
prima
sede
dell'Accademia
platonica
Chi
sono
dunque
gli
Arcadi?
A
parere
di
Baldini
nient'altro
che
i
continuatori
degli
ermetisti
neoplatonici
del
Quattrocento,
i
quali
assunsero
la
"maschera"
di
pastori
d'Arcadia
da
un
lato
in
ossequio alla
tradizione
ermetica
"pastorale"
del
Poimandres,
dall'altro
in
omaggio
alla
regione
che,
sola,
a
detta
di
Erodoto
aveva
mantenuto
in
vita
i
misteri
di
Iside-Demetra.
Questa
non
è
l'unica
ipotesi
possibile
al
riguardo:
infatti,
procedendo
per
la
stessa
via
di
Baldini,
è
possibile
approdare
a
conclusioni
diverse,
che
abbiamo
esposto
altrove:
è
ragionevole
pensare infatti
che
nella
scelta
della
regione
dell'Arcadia
e
del
nome
di
Arcadi
abbia
giocato
un
ruolo
importante l'assonanza
con
il
nome
della
setta
che a
noi
pare
essere la
principale
responsabile
della
creazione
della
"maschera"
dei
pastori
d'Arcadia:
la
Voarchadumia.
Si
tratterebbe
comunque
pur
sempre
di
una
setta
ermetico-alchemica,
per
cui
questa
ipotesi
non
si
discosta
di
molto,
nelle
sue
conclusioni,
da
quella
di
Baldini:
la
quale,
come
abbiamo osservato
anche
altrove,
ha
il
difetto
primario
di
partire
da
un
presupposto in
sé
piuttosto
debole,
ovvero
la
sopravvalutazione
dell'importanza
di
Erodoto
per
i
dotti
del
Cinquecento
(che,
se
pure
lo
conoscevano,
lo
leggevano
in
traduzione
latina).
E'
per
questo
che
l'ipotesi
legata
alla
Voarchadumia
ci
sembra,
come
punto
di
partenza,
più
plausibile.
Come
sappiamo,
però,
esiste
una
tesi
completamente
diversa,
che, curiosamente,
parte
pur
sempre
dalla
testimonianza
di
Erodoto,
ma
procede
in
tutt'altra
direzione:
infatti,
come
spiegato
per
esteso in
un
altro
capitolo,
secondo
alcuni
studiosi
Danao
e
le
sue
figlie
non
sarebbero
altro
che
la
trasfigurazione
mitica
della
tribù
di
Beniamino,
approdata
nel
Peloponneso
in
seguito
ad
una
cruenta
guerra
contro
le
altre
undici
tribù
e
misteriosamente
legata
al
culto
di
Baal
e
della
dea-madre,
che
proprio
essa
avrebbe
introdotto
in
Grecia,
incontrandovi
non
poca
opposizione,
con
l'eccezione
dell'Arcadia,
regione
in
cui
i
Beniaminiti
si
stanziarono.
In
seguito
questa
tribù
si
sarebbe
trasferita
dall'Arcadia
nell'Europa
del
Nord,
nella
zona
delle
Ardenne,
ove
avrebbe
dato
luogo
alla
tribù
dei
Franchi
Sicambri,
presso
i
quali
si
sarebbe
rifugiata
la
presunta
principessa
beniaminita
Maria
Maddalena,
incinta
di
Gesù:
dal
figlio
di
Gesù
e
di
Maria
Maddalena,
Giuseppe
Rama-Theo,
sarebbero
discesi
i
Merovingi.
Come
già
detto,
la
questione
è
senz'altro
meritevole
di
ulteriore
approfondimento
(si
vedano
il capitolo
L'Arcadia
e
il
Priorato
di
Sion
e
l'excursus
sui
"re
taumaturghi").
|